Con lo smart working crolla l’assenteismo e di conseguenza anche le assenze per malattia. In periodi di lockdown l’Inps ha risparmiato molti soldi per indennizzi da questo punto di vista.
E’ dimostrato dai dati statistici che il lavoratore agile si ammala di meno e, se capita, può essere che per lievi patologie non comunichi nulla al datore di lavoro, continui a lavorare e non “prenda malattia”. Il dipendente da casa, infatti, lavora meglio che in ufficio, è più produttivo e si ammala di meno.
Meno malattia in smart working
Così nel progetto rilancio economico appena presentato al governo dal super manager Vincenzo Colao compaiono indicazioni e suggerimenti per attuare in maniera sistematica lo smart working soprattutto nella pubblica amministrazione. “Monitorare e valutare attentamente l’utilizzo attuale dello Smart Working nel mondo delle Pa – si legge nel rapporto – prima di implementare modifiche alla normativa vigente, che dovranno puntare alla definizione di una disciplina legislativa dello Smart Working per tutti i settori, le attività e i ruoli (manageriali e apicali inclusi) compatibili, con attenzione alla pari fruibilità per uomini e donne, che lo qualifichi come opzione praticabile per aziende e lavoratori, in particolare nell’ottica della creazione di nuova impresa e/o nuovi posti di lavoro“. In altre parole, il lavoro a distanza va promosso e incentivato.
Crolla l’assenteismo
Il lavoro agile dettato da forza maggiore ha quindi messo in evidenza più vantaggi che svantaggi per il lavoratore e il datore di lavoro. Tra i primi per le aziende c’è – come accennato – un incremento della produttività. Sono tante infatti le indagini che dimostrano come gli smart workers, proprio per la possibilità di lavorare da remoto su determinati progetti e in specifiche giornate, siano mediamente più produttivi. Secondo il Politecnico di Milano che ha studiato il cambiamento durante fase di emergenza sanitaria, l’incremento di produttività è di circa il 15 %.
Aumenta il benessere dei lavoratori
In smart working aumenta inoltre il benessere del dipendente che, risparmiando il tempo relativo agli spostamenti, può dedicare volentieri qualche minuto in più al lavoro, potendo contare comunque su una quantità di tempo libero maggiore. I minori controlli, inoltre, e il fatto di poter conciliare il lavoro con piccole esigenze domestiche e familiari accresce il benessere del lavoratore, soprattutto della donna, il che si traduce in altrettanti vantaggi per l’azienda. Il lavoratore a casa non dovrà quindi fruire di permessi, assentarsi o, nel caso estremo, prendere giorni di ferie. Se i doveri d’ufficio diventano meno stressanti e pesanti, il lavoratore si stressa e si ammala di meno, come dimostrato dai dati rilevati dall’Inps dei mesi di lockdown per i dipendenti della pubblica amministrazione. Anche i casi di mobbing segnalati e denunciati sono crollati vertiginosamente, proprio perché il clima vessatorio di colleghi e capi non può attecchire se non vi è contatto e presenza in luoghi comuni di lavoro e al cospetto di tutti.