Tra le tante abitudini a cui dovremo fare il callo anche per il futuro, c’è anche lo smart working, una modalità di lavoro che la pandemia ha accentuato.
Smart working e voglia di vivere nei piccoli borghi
Lavorare da casa per scelta o per specifiche richieste è ormai diventata una consuetudine, tanto che in tanti hanno pensato di cavalcare questo trend e trovare una location diversa alla propria abitazione. Si sa, infatti, che spesso lavorare anche dove si svolge la propria vita domestica non è semplice a causa delle varie distrazioni.
Secondo uno studio di Citrix voluto dalla società di ricerche OnePoll, sono sempre di più i lavoratori da remoto che vorrebbero scappare dalla città e trasferirsi in un altro luogo, segno che il luogo in cui si vive non è più così importante come un tempo per avere maggiori opportunità di carriera. Lo dimostrano i dati della ricerca, secondo cui il 76% vorrebbe lavorare ovunque e lasciare la propria casa mentre il 57% sarebbe anche disposto a trasferirsi in un’area rurale se potesse svolgere il proprio mestiere.
Stipendio più basso in cambio di un posto diverso in cui vivere
Addirittura il 53% accetterebbe anche uno stipendio più basso per poter lavorare da remoto senza obbligo di dover restare in un a data città. In sostanza si cerca sempre di più un costo della vita più basso, un luogo tranquillo in cui vivere, lontano dalla frenesia della città. Mentre prima il 55% pensava che vivere in a una grande città potesse avere benefici per la carriera, ad oggi a pensarlo è il 36%, quindi il 20% in meno. Le persone preferiscono piccoli centri o addirittura aree rurali.
Lo dimostra anche il fatto che nell’ultimo periodo sono aumentate le richieste per case più grandi o situate in campagna o nei piccoli borghi.
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