Che la pandemia abbia cambiato le nostre abitudini quotidiane è un dato di fatto, non solo nella vita sociale ma anche a lavoro: oggi i lavoratori in smart working sono tantissimi (più della metà della forza lavoro globale) e, tra questi, molti sono quelli che si chiedono come e se per loro cambieranno le cose una volta che l’emergenza sanitaria sarà rientrata. Potranno continuare a lavorare da remoto? Alternando il lavoro di ufficio a quello da casa?
Smart Working, Ford rivoluziona i turni di lavoro
Se alcune aziende si stanno ancora interrogando su come affrontare questa eventualità, molti grandi colossi sembrano avere già le idee chiare riguardo alle potenzialità e le opportunità dello smart working.
Come annunciato recentemente dalla casa automobilistica di Dearborn, a partire da luglio i dipendenti Ford potranno tornare in ufficio per incarichi che richiedono un’interazione faccia a faccia – come progetti di gruppo e riunioni – mentre potranno scegliere di rimanere a casa in tutti quei casi in cui è possibile svolgere la propria attività da remoto. L’obiettivo, è stato spiegato, è quello di adattare gli orari di lavoro alle esigenze dei dipendenti, aumentando quindi anche il loro grado di soddisfazione all’interno dell’azienda. Rendere felici i dipendenti è diventato uno strumento di reclutamento chiave per Ford, decisa a conquistare i migliori talenti in ambito tecnologico nella Silicon Valley, in California, proprio mentre l’industria automobilistica sta attraversando una trasformazione tecnologica senza precedenti, preparandosi al nuovo mercato alle auto elettriche e a guida autonoma.
30.000 dipendenti avranno la possibilità di continuare a lavorare a distanza
Circa 30.000 dipendenti nel sud-est del Michigan avranno la possibilità di continuare a lavorare a distanza, con orari flessibili approvati dai loro manager.
“La natura del lavoro determina la possibilità o meno di adottare questo modello. Ci sono alcune attività che dipendono dal luogo, devi essere nello spazio fisico per svolgere il lavoro”, ha affermato David Dubensky, presidente e amministratore delegato di Ford Land, la sussidiaria immobiliare dell’azienda.
Lo stesso ha poi aggiunto che la società in realtà sta monitorando come i dipendenti se la cavano con il lavoro a distanza da più di sei mesi: ha distribuito sondaggi e condotto delle ricerche interne per mappare il futuro del lavoro da remoto e le potenzialità dello stesso. Un sondaggio aziendale del giugno 2020 ha rilevato che il 95% dei dipendenti Ford in tutto il mondo preferirebbe un mix di lavoro in presenza e da remoto dopo la pandemia e che molti di loro si sentivano più produttivi ed erano più felici di lavorare da casa. Un altro segno questo di come il Covid abbia trasformato il mondo del lavoro.
Smart Working, non solo Ford: anche altre aziende si preparano al cambiamento
Come molti datori di lavoro, grandi e piccoli, Ford è quindi alle prese con una nuova realtà che i lavoratori hanno imparato ad apprezzare. Basta pensare che la metà dei lavoratori del mondo ora è in smart working; questa percentuale è cresciuta decisamente rispetto all’11% registrato prima dello scoppio della pandemia.
Ford è la più grande azienda del settore automobilistico ad aver dichiarato di voler continuare con lo smart working anche dopo la pandemia, ma sembra destinata a non rimanere l’unica. Il portavoce della General Motors, David Barnas, ha per esempio detto che la sua società ha in programma di riportare in ufficio i lavoratori ora in remoto da giugno/luglio 2021; anche se probabilmente verrà data ai propri dipendenti la possibilità di organizzarsi in maniera più flessibile.
Toyota, invece, ha informato i dipendenti della sede statunitense che avrebbero continuato a lavorare da casa almeno fino a giugno 2021, tuttavia, come ha dichiarato il portavoce Victor VanovStiamo, “stanno studiando modelli di forza lavoro flessibile a lungo termine” mentre continuano a monitorare la situazione per vedere come i dipendenti stanno gestendo questa esperienza. Le decisioni future, quindi, saranno prese sulla base di quanto emergerà in questo periodo.
Ritornando a Ford, invece, la Casa aveva avviato già un anno fa una revisione pluriennale e multimilionaria della sua sede di Dearborn per rendere il campus più aperto e collaborativo. Per questo motivo, dopo aver valutato l’idea di chiedere ai dipendenti di venire in ufficio per un determinato numero di giorni ogni settimana, l’azienda ha poi abbandonato questo progetto a favore della massima flessibilità, in linea con le nuove necessità e i bisogni dei lavoratori di oggi.