Lo smart working è una realtà sempre più presente in Europa e nel resto del mondo. Non è un caso che diverse nazioni siano interessate a convincere gli smart worker più qualificati a trasferirsi da loro, con tutti i benefici che ne conseguono. E per farlo stanno puntando in particolare su una tassazione inferiore, oltre naturalmente alle loro destinazioni turistiche.
Italia
Cominciamo proprio dall’Italia. Dal 1° gennaio 2020 gli espatriati possono tornare in Italia godendo di un reddito esentasse fino al 90% se trasferiscono la loro residenza fiscale al Centro-Sud (70% qualora si scelga il Nord).
Grecia
I liberi professionisti che desiderano trasferirsi in Grecia beneficiano dell’esenzione dal pagamento dell’imposta sul reddito al 50%. Tra i requisiti richiesti viene è anche quello di fornire servizi di lavoro a un cittadino di nazionalità greca o una filiale ellenica di un’azienda straniera.
Croazia
A partire dal 1° gennaio 2021 la Croazia consente ai lavoratori stranieri a distanza di ottenere un visto della durata di un anno. In più, chiunque deciderà di trasferirsi qui potrà contare anche sull’esenzione del pagamento delle tasse sul reddito.
Madeira
Un altro progetto volto a favorire i nomadi digitali ha per protagonista Madeira. Dal 1° febbraio di quest’anno e fino al 30 giugno, Ponta da Sol si trasformerà in villaggio per smart worker, con accesso gratuito a Internet dalle 8 alle 22. Al momento l’iniziativa è aperta a sole 100 persone, mentre le richieste pervenute al governo portoghese sono migliaia.
Dubai
Al di fuori dell’Unione Europea si può citare l’esempio di Dubai. Oltre alle infrastrutture digitali all’avanguardia, gli Emirati Arabi rappresentano un vero e proprio paradiso terrestre per chi lavora da remoto in quanto le persone fisiche non vengono tassate sui redditi.
Vedi anche: I danni dello smart working: come evitare gli effetti fisici negativi del lavoro agile
Smart working all’estero: da Dubai all’Islanda, il lavoro agile lontano da casa