Lo smart working si è dimostrato un ottimo sistema per ridurre i contatti e, dunque, i contagi da Coronavirus.
Per questo motivo, il governo starebbe pensando a una nuova misura per portare al 70% le attività degli uffici pubblici da svolgere da casa.
Ascesa dell’istituto dello Smart Working
Nell’ambito delle misure adottate dal Governo per il contenimento e la gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 (coronavirus), il Presidente del Consiglio dei ministri ha emanato il 1° marzo 2020 un nuovo Decreto che interviene sulle modalità di accesso allo smart working.
Anche con il DPCM del 26 aprile 2020 è stato raccomandato il massimo utilizzo della modalità di lavoro agile per le attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza.
Non solo, Ai sensi del Decreto legge del 19 maggio 2020, n. 34, i genitori lavoratori dipendenti del settore privato, con almeno un figlio a carico minore di 14 anni, hanno diritto al lavoro agile a condizione che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione e che nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, nei casi di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa, o che non vi sia un genitore non lavoratore.
In ultimo, in questi giorni, il governo starebbe pensando ad un ulteriore potenziamento dell’Istituto.
Smart Working al 70%
Secondo quanto si apprende dall’agenzia “ANSA.it”, il governo starebbe pensando a una nuova misura per portare al 70% le attività degli uffici pubblici da svolgere da casa (ovviamente se compatibile con il tipo di mansione svolta), in modo da ridurre gli spostamenti e i conseguenti rischi di circolazione e contagio da coronavirus.
Da settembre per i dipendenti pubblici era iniziato il rientro e le attività da svolgere in remoto si fermavano al 50% del personale.
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