Come cambierà il lavoro dopo la pandemia? Il coronavirus sta letteralmente modificando il modo di lavorare degli italiani che ormai da settimane sono costretti a casa e chi può lavora con la modalità smart working.
La carica di smart workers
È ormai chiaro che questa modalità di lavoro prima dell’arrivo del covid 19 nel nostro paese era limitata a 570mila persone come aveva censito l’Osservatorio del Politecnico di Milano mentre ora sono aumentati ad altri 554.754 unità. Un numero crescente di lavoratori da casa che indubbiamente ha molti vantaggi non solo dal punto di vista del risparmio ma anche ambientale.
Vantaggi e svantaggi
Fino ad oggi lo smart working era percepito con riluttanza dalle aziende che non erano convinte di far lavorare da casa il dipendente temendo di non poterne avere il controllo. Ora, la reclusione forzata e il fatto che per molti è necessario lavorare da remoto può far comprendere alle aziende i lati positivi del telelavoro. Nel mondo sono tante le grandi realtà che hanno adottato lo smart working: Twitter, Apple, Microsoft, Amazon e JP Morgan sono per citarne alcune.
Ovviamente non mancano alcuni svantaggi come il senso di isolamento, mancando le relazioni dirette, fattori che si possono modificare usando mezzi come la videoconferenza al posto delle sole email.
I datori di lavoro, invece, possono percepire una maggiore distanza psicologica dovuta anche al minor controllo che si può avere nel dipendente ma anche in questo caso si possono trovare dei modi per ovviare al problema. Quello che appare certo, al momento, è che lo smart working si sta facendo strada e questo è solo l’inizio di un modo di lavorare che può rappresentare il futuro.
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