Social card, l’antidoto ai rincari: cosa cambia davvero

Attivata la Social card, c'è da verificare la reale capacità di impatto dello strumento sulla spesa degli italiani. La statistica potrebbe aiutare.
1 anno fa
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Social card

Dal restyling del Reddito di Cittadinanza all’applicazione di strumenti concreti di assistenza diretta alla parte di popolazione più in difficoltà. Il Governo Meloni vara in via definitiva l’attesa social card Dedicata a Te e, in tal modo, mette in campo uno strumento anti-inflazione a tutti gli effetti.

Social card

L’obiettivo, infatti, è quello di agevolare la spesa quotidiana dei contribuenti, individuando coloro maggiormente in difficoltà e garantendo un contributo una tantum per sopperire ai deficit economici. Chiaramente con qualche limitazione e non solo di natura reddituale.

Ad esempio, l’importo previsto dalla card (382,50 euro per cittadini con Isee fino a un massimo di 15 mila euro) e la composizione dei nuclei familiari, con priorità a quelle famiglie in cui i sia almeno un componente nato tra il 2009 e il 2023. All’Inps è spettato il compito di fornire ai Comuni gli elenchi dei beneficiari della social card, chiaramente in base ai criteri ministeriali. Il provvedimento è stato infatti arato con decreto congiunto del Ministero dell’Agricoltura e del Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Dal punto di vista fiscale, si tratta a tutti gli effetti di un aiuto diretto, chiaramente privo di uno specifico peso sul piano contributivo. Il sostegno una tantum varrà unicamente per la spesa al quale è destinato, con limite di spesa temporale fissato al 31 dicembre 2023. Previsto, in caso di mancata attivazione con un primo pagamento entro la data del 15 settembre, addirittura l’annullamento del contributo. A ogni modo, anche su questo tema non sono mancate le polemiche. Se non altro per l’assenza, nel listone dei prodotti il cui acquisto è consentito, di beni primari come il sale, mentre è invece presente lo zucchero. Dettagli ai quali, probabilmente, si potrà lavorare relativamente visto il lasso di tempo tutto sommato breve per ottenere il beneficio concesso dalla card.

Social card e inflazione: le stime sulla spesa familiare

È chiaro che il tetto di spesa complessivo andrà a variare di città in città, sulla base delle famiglie che abbisognano del sostegno della Social card.

A ogni modo, il concetto di fondo resterà lo stesso: fornire ai cittadini uno strumento utile a sopperire al periodo extralarge di rincaro dovuto all’inflazione. E, il primo parametro di giudizio, non potrà che essere legato al ruolo di contrappeso che la Dedicata a Te dovrà svolgere al massimo delle sue potenzialità. Ruolo che, visto il momento, potrebbe rivelarsi, se non decisivo, quantomeno utile.

Secondo quanto spiegato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, analizzando i dati Istat, l’inflazione sarebbe “in netta decelerazione”. E, al contempo, prosegue celermente il monitoraggio “su prodotti e servizi con gli incontri programmati dal Garante dei prezzi per stroncare ogni fenomeno distorsivo”. Di conseguenza, sulla capacità di spesa degli italiani resta vigile l’attenzione.

In questo senso, si è cercato di fornire ai cittadini uno strumento realmente elastico e di utilità immediata. Tra i principali vantaggi della carta, infatti, figura la possibilità di utilizzarla presso qualunque esercizio commerciale che venda generi alimentari. Con un ulteriore sconto del 15% in favore dei possessori previsto da una convenzione stipulata dal Ministero dell’Agricoltura con i rivenditori aderenti all’iniziativa. Complessivamente, al momento si registra un quadro di sostanziale stabilità dei prezzi, a conferma di un rallentamento (perlomeno statistico) dell’inflazione in Italia. Nel settore alimentare, in particolare, contribuisce il rallentamento della crescita dei prezzi su base annua dei prodotti lavorati.

Riassumendo…

  • Alle famiglie con Isee fino a un massimo di 15 mila euro (e con priorità ai nuclei con nati tra il 2009 e il 2023) sarà concessa la Social card “Dedicata a Te”, per sostenere la spesa alimentare;
  • il contributo una tantum potrebbe beneficiare di un ulteriore sconto del 15% da parte degli esercizi commerciali aderenti all’iniziativa;
  • un ruolo importante potrebbe essere giocato dal rallentamento statistico dell’inflazione proprio nel settore alimentare.
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