Le società di calcio possono essere no profit anche se incassano milioni di euro? Real Madrid e Barcellona non sono solo le due squadre più forti della Spagna, sono anche le società calcistiche più ricche del mondo (secondo le stime del rapporto di Deloitte & Touche lo scorso anno hanno fatturato rispettivamente 512 e 483 milioni di euro).
In tempi di crisi economica, dalla quale certamente la Spagna non è esente, il calciomercato dei due club ha fatto impallidire le concorrenti: 120 milioni di euro pagati senza batter ciglio per Bale dal Real.
Di fronte a queste cifre non può non stupire che, come rivelato dall’inglese Independent, Real & Barca paghino in proporzione meno tasse di una qualsiasi impresa di pulizie spagnola. I due club infatti hanno un prelievo fiscale del 25%, le ditte di pulizie invece del 35. Tutto legale. Si perché Real e Barca, così come altri due club (Athletic Bilbao e Osasuna) risultano come società sportive senza scopo di lucro. Una vecchia legge spagnola del 1990 ha permesso a queste 4 grandi società di restare no-profit imponendo invece alle altre di diventare Srl.
Un’agevolazione che comporta tutta una serie di esenzioni per molti ingiustificate e che ha dato adito a notevoli polemiche. Ma ora la Commissione europea vuole approfondire la legalità di questo privilegio: nel giro di un anno dunque si deciderà se una società che incassa oltre 500 milioni di euro può essere considerata senza scopo di lucro. E soprattutto occorre trovare il modo di eguagliare la legge per tutti i club sportivi del Paese, sia in un verso che nell’altro.