Le banche italiane detengono crediti deteriorati per quasi 360 miliardi di euro, pari a quasi un quinto del totale degli impieghi. Se considerassimo, poi, i soli prestiti alle famiglie e alle imprese, l’incidenza salirebbe a oltre il 25%. In altra parole, più di un credito su 4 in Italia risulta scaduto, incagliato, ristrutturato o in sofferenza. Le sofferenze bancarie sono le più problematiche, in quanto a maggiore rischio rimborso. Secondo gli ultimi dati disponibili e risalenti al mese di novembre scorso, esse ammontano a 201 miliardi di euro, di cui 88,8 miliardi sarebbero al netto delle svalutazioni, ovvero al valore della presumibile riscossione, iscritto dalle banche a bilancio.
Grandi imprese responsabili dei 4/5 delle sofferenze
La Cgia di Mestre ha sfornato nuovi dati, grazie ai quali abbiamo un’idea più precisa di chi siano i “cattivi pagatori” delle banche. Sabbiamo che le grandi imprese rappresentano l’80% del credito complessivamente erogato alle società non finanziarie, nonostante siano appena l’1% del totale. Ebbene, a fronte di tanta fiducia, esse sarebbero oggi responsabili del 78% dei crediti sofferenti, mentre il restante 99% delle imprese detiene il restante 22% dei debiti a rischio. Per dirla un po’ con le parole di Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi dell’istituto, le grandi imprese hanno ottenuta grande fiducia, ma dimostrano di averla meritata poco, mentre quei soggetti considerati maggiormente a rischio – i piccoli imprenditori – risultano oggi molto più sicuri di loro. Potremmo affermare che anche questa vicenda metterebbe a nudo i mali di un capitalismo relazionale, dove il merito creditizio è legato spesso più alla conoscenza diretta degli interessati che non a un’analisi attenta dei bilanci delle società. Peggio: le partecipazioni incrociate inquinano la bontà delle valutazioni, perché è difficile che una banca, dove siede nel cda il rappresentante di una determinata azienda, abbia realmente gli anticorpi per evitare che quest’ultima ottenga credito a condizioni di favore rispetto alle altre clienti o senza averne nemmeno i requisiti sufficienti.