Plinio il Vecchio diceva che “la casa è dove si trova il cuore”, ma lo scienziato antico non conosceva ancora tutte le complicazioni del mondo moderno, che si risolvono in un dubbio amletico: per acquistare casa, meglio un mutuo a tasso fisso o a tasso variabile? Bisogna capire innanzitutto come funziona il meccanismo dei tassi. Quando il costo del denaro è più alto e i tassi salgono, allora scegliere il fisso è sempre una buona idea. Quando invece il costo del denaro è più basso e i tassi scendono, allora meglio optare per il variabile.
La ragione è estremamente semplice: in una fase di crisi economica, si cerca di far indebitare le persone il meno possibile. Il modo migliore per farlo è quello di far crescere il costo del denaro e i tassi generali. In una fase di crisi economica, meno persone si indebitano, più sostenibile diventa l’inflazione. L’Europa, insomma, è come se stesse chiedendo di indebitarsi esclusivamente se si hanno le possibilità, vale a dire un reddito abbastanza alto per sostenere il debito nel lungo periodo.
Mutuo a tasso fisso o a tasso variabile? Comprare casa è sempre più difficile
Il noto sito mutuionline.it, nel suo ultimo osservatorio riportato anche dal quotidiano Il Corriere della Sera, ha analizzato la situazione attuale, notando due fenomeni che aiutano a comprendere la fase nella quale viviamo. Il primo è probabilmente inaspettato: la quota degli under 36 che chiedono un mutuo è cresciuta dell’11%. Il dato viene spiegato in questi termini: il maggiore impatto dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa rispetto al recente passato.
Come abbiamo visto, comprare casa è sempre più difficile nella misura in cui soltanto chi può vantare un reddito elevato può permettersi in questo momento di chiedere un mutuo. Si può discutere sulla democraticità di questa situazione, ma il dato di fatto non cambia.
In questa fase conviene sicuramente il mutuo a tasso fisso: ecco perché
Si tratta di una fase storica particolare, in cui i tassi e il costo del denaro crescono. In questo momento i mutui a tasso fisso presentano una convenienza maggiore rispetto a quelli a tasso variabile. È un’anomalia, come sottolineano gli esperti, perché, di solito, quando si presta denaro per un tempo più lungo si corrono più rischi e gli interessi dovrebbero essere più alti. Facciamo un esempio: il costo dell’abitazione è di 200mila euro, e si chiede un mutuo di 140mila euro a 20 anni. Se il finanziamento è a tasso fisso si paga una rata di 834 euro, con un tasso effettivo del 3,8%. Se si chiede un mutuo a tasso variabile, il tasso attuale è al 4,2%.
Bisogna sottolineare, però, che quando il costo del denaro inizierà nuovamente a scendere, i mutui fissi saranno surrogati. E questo le banche lo sanno bene. E così, anche se i tassi dovessero scendere già tra due o tre anni, questi rappresenterebbero una seppur piccola frazione della durata media dei mutui che è intorno ai 25 anni. Semplificando al massimo, significa che allo stato attuale non è semplice avere il benestare all’erogazione.
A chi può convenire un mutuo a tasso variabile?
Chiedere un mutuo a tasso variabile significa fare una scommessa con il futuro, ma soprattutto essere certi di avere un buon reddito e una buona tenuta economica. Insomma, il tasso variabile può convenire perché a un certo punto le rate inizieranno a scendere sensibilmente (insieme al costo del denaro e ai tassi generali) e può essere una soluzione valutabile da parte di chi decide di indebitarsi per una cifra che è assolutamente sostenibile a partire dal proprio reddito.
È chiaro che in questo momento i mutui più sconsigliabili siano quelli con il tetto, in quanto forniscono garanzie per tassi più alti di quelli fissi, per cui è sempre meglio scegliere direttamente il fisso.