L’ultimo bilancio della RAI reso pubblico (quello del 2021) parla chiaro. C’è il pareggio, ma senza gli introiti del canone RAI sarebbe stata una perdita.
Dall’alto, quindi, continuano a dire che la tassa sulla televisione italiana rappresenta una bella fetta delle entrate che permettono alla TV nazionale di mantenersi e garantire la programmazione dei propri canali.
Un canone RAI che, come importo, si trova anche al di sotto rispetto alle altre nazioni europee. Nel nostro Paese si pagano 90 euro all’anno spalmati a rate.
Canone RAI, come si è ridotta l’evasione
Dal 2016 nessuno può scappare dal pagamento del canone RAI. Da quell’anno il legislatore ha deciso di abbandonare il bollettino di c/c come modalità di riscossione della tassa. Una modalità che, dal 2011 al 2015, aveva portato a uno dei tassi di evasione più elevati. Circa 500 milioni di euro mancanti nelle casse dell’erario.
Ecco allora che, proprio al fine di combattere l’evasione, fu deciso di introdurre una presunzione:
Chi è intestatario di utenza elettrica domestica residenziale si presume possessore d televisione e come tale obbligato a pagare il canone?
La presunzione ha, quindi, previsto la nuova modalità di riscossione. Vale a dire addebito diretto sulla bolletta della luce. Un addebito che però non è in unica soluzione ma a rate.
Se la fatturazione del fornitore dell’utenza è mensile, allora sono previste 10 rate da 9 euro ciascuna. Laddove, invece, la fatturazione è bimestrale, le rate sono di 18 euro ciascuna ogni due mesi.
La cosa ha portato con sé un doppio vantaggio. Per la RAI, si è ridotto notevolmente il tasso di evasione. Per gli italiani, la possibilità di spalmare nell’anno i 90 euro dovuti.
Qualche numero del bilancio RAI
Una presunzione che può essere superata solo dal cittadino che non possiede in casa alcun televisore. Se nel nucleo familiare non ci sono TV è possibile presentare all’Agenzia delle Entrate una dichiarazione sostitutiva di non detenzione per il canone RAI.
Non pagano il canone RAI gli over 75 che rispettano determinati requisiti reddituali. Anche in questo caso bisogna presentare domanda all’Agenzia Entrate.
Esenzioni che hanno come diretta conseguenza meno soldi nel bilancio di viale Mazzini di Roma (la sede della RAI).
Se parliamo di numeri dell’ultimo bilancio, sono 1,7 i miliardi di euro entrati nella casse della TV nazionale. Una televisione pubblica che si mantiene non solo con questi introiti ma anche grazie alla pubblicità. Introiti che finiscono per finanziare la programmazione televisiva come il festival di Sanremo, fiction, domenica sportiva, documentari, programmi di varietà ed intrattenimento.