Lo dicono da tempo gli esperti: non bisogna lasciare i soldi fermi sui conti correnti. Il motivo principale è l’inflazione che erode le giacenze a un ritmo annuo dell’8,3%. Significa che tale pratica ha fatto perdere agli italiani 115 miliardi circa.
Se prima il nostro paese era un popolo di risparmiatori, adesso lo è ancora di più dopo il Covid-19 e il conflitto tra Russia e Ucraina. La maggior parte dei cittadini che può mettere “qualcosina” da parte preferisce, infatti, non investirla perché ha paura che il proprio denaro non sia ben tutelato.
Inoltre c’è paura per il futuro sempre più incerto per cui avere a disposizione un piccolo capitale per far fronte ad ogni esigenza, come bollette pazze, è la priorità di tutti.
Proprio per questo solo una parte molto piccola dei 1384 miliardi depositati è investita in strumenti redditizi.
L’inflazione
Il momento di grande incertezza economica che stiamo vivendo sta spingendo le persone a lasciare i propri soldi fermi sul conto corrente. La paura maggiore è quella di prendere decisioni scorrette ma l’inattività potrebbe non essere la soluzione più efficiente per i risparmiatori.
Il denaro fermo sul conto, infatti, perde di valore. Ad esempio tenere parcheggiati 100 mila euro non permetterà tra determinati anni di acquistare la stessa quantità di servizi e di beni che invece si possono avere ora.
Ci sono però degli altri fattori che pesano sui conti correnti.
Quelli “tradizionali”, ad esempio, hanno dei costi come quello del canone mensile. In più si pagano anche delle commissioni per compiere determinate operazioni per cui alla lunga tutte queste spese sommate incidono parecchio sul conto. Investire, però, comporta dei rischi associati alla volatilità dei mercati per cui sarebbe opportuno farsi consigliare da esperti del settore.
Soldi fermi sui conti correnti: gli italiani perdono 115 miliardi: quali sono alternative per investire?
Gli esperti suggeriscono di non lasciare il proprio denaro fermo sul conto.
Ci sono poi i buoni fruttiferi postali garantiti dallo Stato Italiano ed emessi da Cassa Depositi e Prestiti. Ad esempio, il 4×4 per investimenti fino a 16 anni offrono un rendimento annuo lordo dell’1,50% dopo 4 anni, del 2% dopo 8 anni, del 2,25% dopo 12 anni e del 3% dopo 16 anni. Il bello è che si potrà richiedere il rimborso quando si vuole entro i termini di prescrizione e si avrà sempre diritto alla restituzione del capitale investito. Il riconoscimento degli interessi maturati, invece, si avrà solo dopo 4, 8 e 12 anni.
Un’alternativa potrebbe essere anche quella di investire in borsa acquistando delle azioni o Titoli di Stato. Bisognerà, però, sempre sapere che: ad alti rischi possono corrispondere alti rendimenti ma anche delle gravi perdite. Il suggerimento è quindi quello di informarsi per bene sugli strumenti finanziari e sui mercati per decidere come e dove investire. In più sarà necessario consultare la documentazione obbligatoria per legge, confrontare i vari strumenti di investimento e valutare chi emette tali strumenti. Se qualcosa non è chiaro sarà opportuno, come detto, affidarsi a chi conosce meglio i mercati.