Perché solo i più ricchi potranno andare in pensione a 58 anni con l’Opzione Tutti

Opzione Tutti prevede è una opportunità per andare in pensione a 58 anni, ma comporta rinunce che pochi lavoratori potranno permettersi. Ecco quanti soldi si perdono.
2 anni fa
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pensione

Opzione Tutti, cioè Opzione Donna estesa anche agli uomini, potrebbe essere la soluzione per superare la Fornero nel 2023. Rappresenta una forma di pensione anticipata interessante, ma comporta tagli consistenti all’assegno.

Come noto, Opzione Tutti consisterebbe nell’uscita anticipata dal lavoro a 58 anni di età (59 per gli autonomi) con almeno 35 anni di contributi versati. La pensione, però, è calcolata solo col sistema contributivo e decorre dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti (18 per gli autonomi).

Opzione Tutti, un lusso per pochi

Si dice quindi che Opzione Tutti rappresenti un lusso.

Ma perché? Di fatto, i lavoratori che potranno decidere di andare in pensione con questa opzione devono mettere in conto una forte penalizzazione dell’assegno.

Il meccanismo, simile a quello per Opzione Donna, prevede infatti che i lavoratori che scelgono di abbandonare il lavoro prima dei 60 anni subiscano un taglio corposo dell’assegno mensile. Ciò scaturisce dal fatto che il calcolo della pensione avviene esclusivamente con il metodo contributivo. In pratica, i periodi di lavoro e versamenti che ricadono nel sistema retributivo (ante 1996) sono “migrati” e considerati come se ricadessero nel sistema contributivo.

Quindi per la generalità dei lavoratori la pensione così calcolata rischia di essere insufficiente per vivere. A meno che si disponga di altre entrate o che in famiglia vi sia qualcuno in grado di sopperire con altri redditi al taglio della pensione.

Quanti soldi si perdono di pensione

Ma veniamo ai calcoli da fare per chi decide di andare in pensione con Opzione Tutti. Prendiamo ad esempio un operaio che dopo 35 anni di lavoro si ritrova un monte contributivo di circa 245 mila euro.

Tenuto conto del sistema di calcolo contributivo e del relativo coefficiente di trasformazione (4,289%), Opzione per Tutti genera una pensione di 10.508 euro all’anno. Un importo che equivale a 808 euro al mese.

La stesso lavoratore andando in pensione a 67 anni con il medesimo monte contributivo, ma con coefficiente di trasformazione più alto (5,575%) riceverebbe un assegno di 13.658 euro, pari a 1.050 euro al mese.

Quindi il 23% in più solo considerando la differenza di età anagrafica.

Se poi a ciò aggiungiamo il fatto che a 67 anni il lavoratore andrebbe in pensione con il sistema di calcolo misto, la differenza sarebbe molto più ampia di quanto finora prospettato. Viene quindi da domandarsi fino a che punto gli uomini sarebbero disposti a tagliarsi l’assegno con una riforma del genere.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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