Nei sondaggi politici elettorali dell’ultimo periodo le intenzioni di voto degli italiani sembrano non cambiare molto lo scenario della situazione, con il Pd saldamente in testa sempre vicino al 40% e con il M5S che ormai conquista il 20% delle preferenze. Ipr Marketing ha provato a sondare cosa potrebbe accadere se si arrivasse veramente alla scissione del Pd, anche se la spaccatura del Partito di Renzi non sembra poi così impellente, così come sembra non essere così vicina neanche la nascita del Partito della Nazione che dovrebbe nascere dalle ceneri di una delle due parti del Pd.
Intenzioni di voto su ipotetica scissione del Pd
Il Partito della Nazione, secondo i sondaggisti, in cui confluirebbero Renziani ex Pd, Ncd Udc, Sc ed ex Sel, prenderebbe, secondo le intenzioni di voto, il 36% aggiudicandosi 255 seggi alla Camera. Il resto del Pd e gli ex Sel vendoliani potrebbero confluire in un altro partito, denominato Partito della Sinistra per comodità, he si aggiudicherebbe il 9,5% delle preferenze e 72 seggi alla Camera. Il M5S, con il suo attuale 20%, avrebbe 143 seggi alla Camera e Forza Italia, che in questo sondaggio hanno scelto il 12,5% degli intervistati, soltanto 96 seggi. La Lega Nord, ancora in salita, raggiunge il 9% delle preferenze aggiudicandosi 64 seggi alla Camera. Sotto la soglia di sbarramento Fratelli d’Italia con il 3% e gli altri partiti che in totale raccoglierebbero il 10% dei voti. Se quindi si andasse a votare ora, con questo scenario, la sinistra dovrebbe comunque allearsi per ottenere una maggioranza di governo essendo necessari per governare 316 seggi alla Camera: il Partito della Nazione con i suoi 255 non potrebbe governare da solo e avrebbe bisogno dei 72 seggi del resto della sinistra.