La Lega Nord di Salvini ha cambiato pelle e vocazione: stando agli ultimi sondaggi politici elettorali Demos, che andremo ad analizzare in profondità, la nuova vocazione di destra antisistema, impressa da Salvini, sembra essere vincente. La crescita è, ovviamente, anche al Nord, ma quello che stupisce è il dato che riguarda il Meridione d’Italia: in questo momento, sarebbe disposto addirittura il 10% degli elettori del Sud ad accordare fiducia al leader leghista. Con buona pace, ovviamente, per separatisti, padani della prima ora e Umberto Bossi&Co.
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Sondaggi politici elettorali Demos: la Lega Nord vola anche al Sud
Come ovviamente è caratteristico, nei sondaggi politici elettorali, a parlare sono i dati (prendendo sempre con le pinze lo strumento sondaggistico stesso). Ebbene, rispetto alle politiche del 2013, La Lega Nord di Salvini raccoglie, complessivamente, il 12,9% dei consensi contro il 4,1%: se al Nord Ovest e al Nord Est la crescita è stata elevata (a discapito di Forza Italia), con un raddoppio delle preferenze, al Sud ha dell’incredibile. Nel 2013, la Lega Nord prese soltanto lo 0,2% delle preferenze, ma in questo momento sarebbe al 10,8%; più contenuto, ma comunque notevole, il risultato nelle isole: dallo 0,2% del 2013 al 5,7% odierno.
A piacere, anche nel Meridione, è proprio Salvini: il 40% degli elettori del Sud ha dato al leader odierno del Carroccio un voto al suo operato e alle sue idee superiore al 6; il dato supera quello della media nazionale, che è del 35%, ed è il più alto insieme a quello del Nord Est. Insomma, Napoli e Palermo al fianco di Bergamo e Treviso come patrie della nuova Lega Nord: il colpo di ‘genio’ di Salvini è stato quello di abbracciare la retorica nazionalista, sovranista e anti-europeista, l’unica in questo momento che può attraversare lo stivale da Nord al Sud.
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Sondaggi politici elettorali Demos, focus Lega Nord: Putin, Trump e Le Pen sono i fari della nuova destra
Interessante, poi, anche un’ulteriore dato: i sondaggi politici elettorali Demos hanno chiesto che voto si darebbe (sempre su scala da 1 a 10) a una serie di leader internazionali – il risultato, in termini percentuali, riguarda il numero di persone che ha dato almeno la sufficienza: ebbene, al primo posto si trova Vladimir Putin con il 57% – la destra italiana vuole un uomo forte al comando, insomma; al secondo posto, Donald Trump con il 51%; ‘soltanto’ al terzo posto, Marine Le Pen con il 38%. Stranamente, neanche Macron non dispiace troppo: il risultato del 31% non è poi troppo inferiore a quello dato dagli elettori degli altri partiti, il 40%. L’unico elemento che sembra collegare Putin a Trump e Le Pen è l’autoritarismo, del resto la ‘servitù volontaria’ è un problema politico occidentale sin dai tempi di La Boetie.