Una media degli ultimi sondaggi politici elettorali di luglio propone una panoramica delle intenzioni di voto degli italiani che descrive un crollo di Forza Italia e una crescita del Pd. Il consenso raccolto da Matteo Renzi non sembra aver risentito del lungo dibattito sorto con i confronti sulle riforme e il Pd sembra continuare la sua crescita nelle preferenze degli elettori, seppur minima. Crollano invece, nelle intenzioni di voto, le preferenze potenziali destinate a Forza Italia che continuano a scendere con il passare delle settimane.
Rimane, invece, stabile il Movimento 5 stelle, anche se il suo livello è certamente più basso in punti percentuali rispetto alle elezioni politiche del 2013. Questo è quello che si denota dalla media realizzata dai sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani dei principali istituti di ricerca che continuano a monitorare le preferenze politiche della popolazione anche in periodi non elettorali. Prendendo in considerazione i sondaggi diffusi da Demopolis, Lorien, Piepoli, Swg e Ixè di luglio, a distanza di un mese dalle elezioni europee si può notare che lo schieramento di centrosinistra oscilla tra il 43 e il 48,5% con una media del 45,1%. Il Pd, da solo, è salito ad una media del 42,8% rispetto al 40,8% ottenuto il 25 maggio alle urne. Forza Italia, invece, sta vivendo un trend negativo insieme all’intera coalizione di centrodestra. La coalizione di centrodestra, formata, oltre che da FI, dal Nuovo Centrodestra, dalla Lega Nord e da Fratelli d’Italia avrebbe in totale il 30% dei consensi. L’allarme, però, proverebbe quasi esclusivamente da Forza Italia, che dopo il 16,8% delle Europee scende, nelle medie dei sondaggi di luglio al 15,6%, una percentuale davvero preoccupante. Gli altri partiti dello schieramento, invece, si mantengono in linea con i risultati ottenuti ai seggi elettorali il 25 maggio, con la Lega Nord ferma a una media percentuale del 6,4%, Fratelli d’Italia al 3,7% e Ndc insieme a Udc fermo al 4,4%.
Il Movimento 5 Stelle, rispetto ai sondaggi di giugno che lo davano al 19%, recupera leggermente arrivando ad una media del 19,8%, oscillando nei vari istituti tra il 18 e il 21,5%.