Le casalinghe hanno diritto alla pensione?
Le casalinghe sono tenute al versamento di contributi obbligatori Inail per l’assicurazione contro gli infortuni domestici (l’indennizzo scatta solo da un’inabilità permanente minima del 6%); se dall’incidente deriva un’inabilità permanente dal 16% scatta il diritto ad una rendita.
I contributi volontari invece confluiscono nell’apposito fondo Inps: il versamento prevede un minimo di 25,82 euro al mese. La pensione Inps casalinghe viene liquidata raggiunti i 57 anni, ma solamente quando l’importo supera di 1,2 volte l’assegno sociale (che per il 2019 è di 457,99 euro), altrimenti occorre aspettare i 65 anni. L’importo della pensione casalinghe viene calcolato esclusivamente sulla base dei contributi versati.
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L’unica possibilità di pensione per le casalinghe che non hanno mai versato contributi è fare domanda, se si possiedono i requisiti, per l’assegno sociale. Vale quindi la pena di riepilogare i requisiti:
- 67 annidi età;
- cittadinanza italiana, europea, o di un Paese terzo, con regolare permesso per soggiornanti di lungo periodo;
- residenza effettiva, stabile e continuativa per almeno 10 anni in Italia;
- reddito annuo non superiore a5.953,87 euro, se non coniugate (o se spostate, reddito proprio, sommato a quello del coniuge, non superiore a 11.907,74 euro).
Pensione di cittadinanza casalinghe
Molte lettrici che non lavorano ci scrivono per sapere se le casalinghe hanno diritto alla pensione di cittadinanza. In linea di massima si, ma a condizione che tutta la famiglia di cui fanno parte soddisfi requisiti specifici, sia economici, che reddituali, patrimoniali etc.
In particolare nessun componente della famiglia può aver acquistato un’auto immatricolata negli ultimi 6 mesi, l’Isee del nucleo familiare deve essere inferiore a 9.360 euro, gli immobili posseduti da tutti i membri della famiglia non devono superare il valore di 30 mila euro (senza contare l’abitazione principale).
Vale inoltre la pena ricordare e chiarire che, a differenza della pensione di vecchiaia, la pensione di cittadinanza non si deve intendere come un sussidio mensile che, una volta perfezionato il diritto, spetta in misura fissa e costante. Rappresenta infatti più propriamente un’integrazione del reddito familiare: in altre parole questo significa che, se uno dei componenti della famiglia percepisce un reddito, gli importi spettanti per il sussidio vengono ridimensionati in maniera proporzionale.