La sospensione del pagamento delle rate di mutuo sulla prima casa valgono anche per i morosi. Lo chiarisce la Consap dopo la lettura del Decreto Cura Italia che prevede la sospensione delle rate quota capitale fino a un massimo di 18 mesi per chi è in difficoltà.
La sospensione delle rate si applica anche a chi non è in regola coi pagamenti fino a 3 mesi prima dell’entrata in vigore del DL numero 9 del 18 marzo 2020. Per questo si fa affidamento sul potenziamento del fondo Gasparini dedicato ai proprietari di immobili (prima casa) che si trovano in difficoltà.
Sospensione mutuo per i morosi
Più precisamente, può presentare domanda di accesso alla moratoria prevista dal decreto Cura Italia il proprietario di un immobile adibito ad abitazione principale, titolare di un mutuo contratto per l’acquisto dello stesso immobile non superiore a 250 mila euro. Il mutuo deve inoltre essere in ammortamento da almeno un anno al momento della presentazione della domanda. Per quanto concerne i morosi, la Consap precisa che il richiedente non deve essere in ritardo sui pagamenti per un periodo superiore ai 90 giorni. Oltre tale soglia, non è ammesso il beneficio della sospensione del pagamento delle rate. Ciò vale anche nel caso di mutui cointestati per i quali è sufficiente che l’interruzione dei pagamenti delle rate ricada almeno su uno dei due soggetti pagatori. In caso di mutuo cointestato a due o più persone, il mutuatario che subisce l’evento e sottoscrive il modello di domanda può dichiarare, sotto la propria responsabilità, di agire anche in nome e per conto di uno o più cointestatari e/o garanti impossibilitati alla sottoscrizione della domanda per ragioni collegate all’emergenza Covid-19.
Tempi di accoglimento
I tempi di accoglimento della domanda sono stretti. Come spiega la Consap, dal momento della ricezione della richiesta di sospensione delle rate di mutuo all’esito dell’istruttoria non passano più di 30 giorni lavorativi.
Chi resta escluso
Alla moratoria non potranno accedere le famiglie che hanno acquistato la casa dopo marzo 2019 e per tutte quelle giovani coppie, spesso con un componente under 35, per cui è stato attivato il Fondo nazionale di garanzia mutui prima casa per accedere al finanziamento. Esclusi anche lavoratori autonomi e imprenditori. Quest’ultima categoria di lavoratori non ha mancato di sollevare proteste e si spera che possano rientrare con il decreto di aprile in via di approvazione da parte del governo. Il decreto Cura Italia, infatti, non contempla imprenditori e lavoratori autonomi, ma è plausibile ritenere che molte “partita Iva” si possano trovare in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo per l’acquisto della abitazione principale a seguito della riduzione di attività. Così si sta pensando di ammettere anche costoro ai benefici previsti per la sospensione dei pagamenti delle rate di muto sull’acquisto della prima casa, dimostrando un calo apprezzabile del fatturato. Per le altre categorie di lavoratori autonomi e liberi professionali è infatti richiesta la prova del calo del fatturato di almeno un terzo da quando è iniziata l’emergenza sanitaria.