Problemi sia a lavoro che a scuola
La rivoluzione dell’addio alla siesta potrebbe riguardare anche gli orari scolastici. Anche in questo caso, si ha una differenza evidente tra gli studenti spagnoli e quelli del resto d’Europa. I primi entrano in classe mediamente alle 9.30 fino alle 13,30, rientrandovi alle 15 e uscendo definitivamente alle 17. Negli altri paesi, l’orario scolastico si ha nella fascia 8-14/14.30. La conseguenza di questa peculiarità spagnola è che bisogna restare a pranzo a scuola e le famiglie che non possono permettersi di pagare la mensa hanno così problemi.
Fuso orario, si torna all’era pre-franchista
Ebbene, questa “anomalia” risale al 1940, ovvero all’indomani della presa del potere del generalissimo Francisco Franco, che pare per allinearsi alla Germania nazista, decise di adottarne anche il fuso orario, portando così l’orologio avanti di un’ora. Si tratta di un espediente, che sommato alla tradizione della siesta, avrebbe avuto in questi 76 anni effetti dirompenti negativi sulle vite degli spagnoli. Perché? Portando l’orario avanti di un’ora, a Madrid ci si sveglia, quando nei fatti è ancora buio (il sole sorge ad est e durante la giornata avanza verso ovest), mentre si cena probabilmente ancora con il sole. Anche per questo, il governo Rajoy vorrebbe tornare al fuso orario vigente nel meridiano Greenwich, sostanzialmente riportando la Spagna all’era pre-franchista e ponendo fine all’anomalia di questi ultimi decenni.