Federcontribuenti lancia l’allarme. L’italia delle partite iva sta morendo, e la colpa sarebbe quasi esclusivamente della pressione fiscale.
Ma non è tutto, sempre secondo il report, oltre il 25% degli autonomi vivrebbe sotto la soglia di povertà.
Gli autonomi sono in forte calo. Di anno in anno, sempre più di loro chiudono bottega.
Nel 2016 essi erano ben 8,6 milioni, contro gli attuali 5,3 milioni. Cioè ben 3,3 milioni di lavoratori persi in soli tre anni, e il trend non sembrerebbe poter invertire.
Il dossier di Federcontribuenti
Il 25,8% degli autonomi vive sotto la soglia di povertà calcolata dall’Istat.
“Con un fatturato di 45 mila euro, pagando tutte le imposte, resta un guadagno netto di 17 mila euro senza permessi o ferie pagate e senza il diritto ad ammalarsi, solo il 25% riesce a tenere aperta la Partita Iva fino all’età pensionabile”.
Inoltre, sempre secondo il report, i titolari subirebbero mediamente 100 controlli l’anno da 15 enti diversi, circa un controllo ogni tre giorni, che nel 25% dei casi si trasformano in sanzioni.
L’Associazione a difesa dei contribuenti, senza mezzi termini, parla di vero e proprio “terrorismo psicologico”.
Il report di Unimpresa
Lo studio di Federcontribuenti è stato pubblicato di concerto ad un altro report, altrettanto significativo, di Unimpresa (Unione Nazionale di Imprese).
Secondo quest’ultimo, L’Italia si conferma, anche per il 2019, uno tra i paesi europei con la più alta pressione fiscale d’Europa.
Secondo il Centro studi di Unimpresa, il Total Tax Rate, delle piccole e medie imprese e dei professionisti, che prende in considerazione tutte le voci dei versamenti nelle casse pubbliche, siano esse: tasse, acconto e saldo, contributi previdenziali e altri pagamenti vari, si attesterebbe intorno al 64%. Un vero e proprio salasso.
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