Spesa alimentare, dove si spende di più? Le regioni italiane al vaglio

Un'analisi di Coldiretti ha svelato in quali regioni italiane si spende di più per la spesa alimentare, ecco la classifica.
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3 settimane fa
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spesa alimentare

Una recente analisi di Coldiretti sui dati Istat 2023 mostra che la spesa alimentare media mensile delle famiglie italiane è di 526 euro, rappresentando circa il 19% della spesa totale familiare. Tuttavia, le differenze tra le regioni sono notevoli e sorprendono, con le famiglie del Sud che tendono a spendere di più rispetto a quelle del Nord. Al primo posto per spesa alimentare si trova la Campania, con una media mensile di 614 euro per famiglia, equivalente al 27% del budget complessivo. La Sicilia segue con 586 euro, mentre il Friuli-Venezia Giulia, unica regione del Nord tra le prime posizioni, si colloca al terzo posto con una spesa media di 576 euro.

Classifica della spesa alimentare in Italia

Colpo di scena, dallo studio si evince che in Campania la spesa alimentare si attesta su livelli superiori rispetto alla media nazionale, segnando un distacco significativo anche rispetto alle altre regioni. La Sicilia, che occupa il secondo posto, riflette una situazione simile, con un’alta percentuale del budget familiare dedicata al cibo. Segue poi il Friuli-Venezia Giulia, con 576 euro al mese, che rappresenta un’eccezione tra le regioni settentrionali e segnala una propensione maggiore all’acquisto di generi alimentari rispetto ad altre zone del Nord.

La Calabria e il Molise si trovano rispettivamente al quarto e al quinto posto, con una spesa media mensile per alimenti di 562 euro e 555 euro. Entrambe le regioni confermano la tendenza del Sud a spendere di più per il cibo, una caratteristica che potrebbe riflettere differenze nei consumi alimentari e nel costo dei prodotti. Le Marche, unica regione del Centro ad avvicinarsi ai livelli di spesa delle regioni meridionali, si posizionano al sesto posto con una spesa media di 547 euro al mese.

Le regioni con la spesa alimentare più bassa

Mentre le regioni del Centro-Sud dominano le prime posizioni, anche tra le più economiche si trovano alcune regioni meridionali.

La Puglia, ad esempio, è la penultima in classifica per spesa alimentare, seguita dalla Sardegna, dove la spesa media per famiglia è di soli 415 euro al mese, la più bassa d’Italia. Questo dato sorprende considerando il trend generale delle regioni del Sud a investire di più nel budget alimentare.

Le differenze nella spesa alimentare tra le regioni possono essere influenzate da vari fattori, tra cui le abitudini alimentari locali, i costi dei prodotti e il reddito medio. Nel Sud Italia, infatti, dove il reddito pro capite è mediamente più basso rispetto al Nord, le famiglie tendono a destinare una parte maggiore del proprio budget al cibo, spesso preferendo prodotti freschi e tradizionali. In alcune regioni settentrionali, invece, l’accessibilità a una vasta gamma di supermercati e catene di distribuzione potrebbe offrire opzioni più economiche, contribuendo a ridurre la spesa alimentare complessiva.

In sintesi, l’analisi di Coldiretti mostra come le famiglie italiane, pur spendendo mediamente 526 euro al mese per l’alimentazione, abbiano comportamenti di spesa molto diversi a seconda della regione di appartenenza. La Campania guida la classifica della spesa alimentare, mentre la Sardegna chiude la graduatoria, segnando una chiara differenza tra i vari territori italiani.

I punti più importanti…

  • La spesa alimentare media mensile delle famiglie italiane è di 526 euro, ma varia notevolmente tra le regioni.
  • La Campania registra la spesa più alta, con 614 euro al mese, mentre la Sardegna è la più bassa, con 415 euro.
  • Le differenze dipendono da vari fattori, come reddito medio, abitudini alimentari e accesso a prodotti economici.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

1 Comment

  1. Non servono questi dati generici, è il momento di affrontare singole voci iniziando dai generi di prima necessità. Il pane continua ad avere prezzo minimo di 4 euro e no si capisce perche, se consideriamo che a bari la pasta è arrivata a 1/1,5 euro chilo raggiungendo quasi i livelli antecrisi. Questi prezzi del pane si ritrovano anche nei pani surgelati che ante crisi era i pani a prezzo di richiamo: il fenomeno anzidetto trova risposte tipo costo materie prime costo energia costo trasporti costo mdo, una grande falsità, MP in calo, Energia in calo, carburanti in calo e i ricchi che fanno monopolio, incetta,allungano la filiera e costringono la povera gente a farsi i conti prima svegliarsi ,

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