“C’è una sola cosa che si scrive solo per se stesso, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno“, affermava Umberto Eco. Fare la lista della spesa si rivela essere davvero molto utile. In questo modo sappiamo sempre cosa dobbiamo comprare, evitando di dimenticare qualcosa di importante. Ma non solo, la lista ci aiuta anche a fissare un budget da non superare, evitando così di sperperare inutilmente denaro.
Proprio quest’ultimo, infatti, si rivela essere necessario per effettuare gli acquisti. In nessun negozio o supermercato al mondo, d’altronde, è possibile fare la spesa senza dare una contropartita economica. Quest’ultima può essere rappresentata da denaro contanti, bancomat, carta di credito, pagamenti elettronici oppure la carta risparmio spesa. Proprio quest’ultima si rivela essere un valido aiuto per molte famiglie, per acquistare diversi beni di necessità. Ma ne hanno diritto anche i percettori di reddito di cittadinanza? Ecco come funziona.
Carta Risparmio Spesa a partire da luglio
Il preoccupante aumento dei prezzi continua a pesare sul bilancio di molte famiglie italiane che riscontrano serie difficoltà nel riuscire ad arrivare alla fine del mese. Al fine di venire incontro alle esigenze dei cittadini più economicamente disagiati il governo ha deciso di introdurre dei contributi ad hoc, come la Carta Risparmio spesa. Si tratta, in pratica, di un contributo economico da 382,50 euro, che farà il suo debutto a partire dal 1° luglio 2023.
Per beneficiare di tale misura non bisognerà presentare alcuna domanda. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, infatti, si occuperà di stilare un elenco con i nominativi dei soggetti aventi diritto. Tale elenco passerà ai Comuni, che dovranno verificare l’effettivo stato di difficoltà economica dei soggetti interessati e provvedere alla distribuzione delle carte.
Spesa gratis anche con il reddito di cittadinanza?
Come si evince dal Decreto interministeriale MASAF-MEF, ad avere diritto a tale contributo sono coloro che risiedono sul territorio italiano. Questo a patto che tutti i componenti risultino iscritti nell’Anagrafe della Popolazione Residente, ovvero all’Anagrafe comunale. Ma non solo, devono avere un Isee di valore pari a massimo 15 mila euro. Non hanno diritto a tale contributo, invece, le famiglie che alla data di entrata in vigore del decreto presentano:
“titolari di: a) Reddito di Cittadinanza; b) Reddito di inclusione; b1) qualsiasi altra misura di inclusione sociale o sostegno alla povertà. Non spetta, inoltre, ai nuclei familiari nei quali almeno un componente sia percettore di: c) Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego – NASPI e Indennità mensile di disoccupazione per i collaboratori – DIS-COLL; d) Indennità di mobilità; e) Fondi di solidarietà per l’integrazione del reddito; f) Cassa integrazione guadagni-CIG; g) qualsivoglia differente forma di integrazione”.
Ne consegue, quindi, che i percettori di reddito di cittadinanza non hanno diritto al buono spesa. Quest’ultimo viene erogato mediante delle carte elettroniche di pagamento, prepagate e ricaricabili PostePay, distribuite da Poste Italiane.
Si ricorda che la carta risparmio spesa può essere utilizzata solamente per l’acquisto di generi alimentari di prima necessità. Non è possibile, invece, acquistare bevande alcoliche.