Spesa pensionistica italiana insostenibile? Servono milioni di lavoratori in più

Spesa pensionistica poco sostenibile in futuro in Italia. A dirlo sono questi numeri cupi sui lavoratori.
8 anni fa
3 minuti di lettura

Che l’Italia abbia una spesa pensionistica elevata, lo sostengono tutti i dati ufficiali pubblicati e il confronto internazionale effettuato con economie a noi simili per condizioni socio-economiche, appartenenti o meno all’Eurozona o alla UE. Spesso, un indicatore molto utilizzato per valutare quanto incida tale voce sulle risorse disponibili è il suo rapporto con il pil. E non vi è dubbio che Italia e Grecia guidino le classifiche internazionali. Se Atene spende oltre il 17% della sua ricchezza ogni anno per pagare le pensioni, l’Italia segue sulle stesse percentuali.

Anche depurando il nostro dato dalla spesa per prestazioni in altri paesi rientranti sotto altre voci (le pensioni di invalidità sono considerate dall’Eurostat spesa “sanitaria e assistenziale”), troviamo che il nostro paese spende ugualmente il 16% del pil per le prestazioni pensionistiche, una percentuale più alta del 50% di quella erogata dalla Germania, che si mostra l’economia più stabile su tale piano.

Si pensi che dal 1980 ad oggi, ovvero nell’arco di oltre un terzo di secolo, il governo tedesco spende sostanzialmente la stessa percentuale per le pensioni, vale a dire intorno al 10,5% del pil. L’Italia ha, invece, quasi raddoppiato l’incidenza, passando dall’8,9% di 37 anni fa. Come dire, che eravamo più virtuosi dei tedeschi a inizio anni Ottanta, grazie anche a una popolazione italiana allora mediamente più giovane, ma proprio in quel decennio abbiamo fatto esplodere la spesa pensionistica, che nel 1990 risultava già schizzata all’11,7% del pil. (Leggi anche: Spesa pensioni alta e per assistenza bassa in Italia)

Spesa pensionistica rapportata ai lavoratori

In questo articolo, vi proponiamo un altro indicatore per valutare la sostenibilità della previdenza, ovvero rapportando la spesa al numero degli occupati, essendo i contributi versati da questi ultimi a mantenere i pensionati.

Scopriamo così, che la Germania vanta oggi quasi 43,5 milioni di occupati, un numero praticamente doppio rispetto al nostro.

Ciascun lavoratore tedesco è tenuto, quindi, a contribuire ogni anno con poco meno di 7.600 euro all’anno al mantenimento della previdenza teutonica, pari a circa 633 euro al mese. Non poco, ma nemmeno tanto, specie considerando che il pil pro-capite tedesco è di oltre il 40% superiore a quello italiano. (Leggi anche: Lavoratori italiani occupati 7 anni in meno dei tedeschi)

 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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