Spesa più leggera ma allo stesso prezzo, come difendersi? L’Antitrust indaga sul fenomeno shrinkflation

Si moltiplicano le segnalazioni di merci vendute allo stesso prezzo ma con un peso inferiore: l’Antitrust indaga su questa pratica commerciale potenzialmente scorretta.
2 anni fa
1 minuto di lettura
prodotti alimentari

Potrebbe trattarsi di una pratica commerciale potenzialmente scorretta sulla quale ha aperto un’indagine l’Antitrust. Parliamo del cosiddetto fenomeno ‘shrinkflation’. Molti consumatori segnalano come, al medesimo prezzo, alcuni prodotti presentano un peso minore. Cosa significa? Creare una sorta di inflazione indiretta: le aziende non aumentano i prezzi, ma diminuiscono la quantità di prodotto nella confezione. Gli esempi sono innumerevoli: dalla busta di mozzarella che passa da 125 grammi a 100 grammi, al caffè che passa da 250 grammi a 225 grammi, alla confezione di tè che passa da 25 a 20 filtri, e così via.

Stesso prezzo, minore quantità. Il fenomeno è cresciuto esponenzialmente dopo l’inizio della guerra in Ucraina e potrebbe essere collegato all’aumento dei prezzi di materia prima ed energia. Ma questa tecnica di marketing è corretta oppure no?

L’Antitrust indaga sulla pratica della shrinkflation

L’Antitrust ha fatto sapere di aver ‘acceso un faro’ sul fenomeno della shrinkflation per “verificare se possa avere rilevanza ai fini dell’ applicazione del Codice del Consumo, con particolare riferimento alla disciplina in materia di pratiche commerciali scorrette”. Il problema riguarda la trasparenza. Un’azienda è ovviamente libera di decidere la quantità di prodotto da inserire in una confezione, ma si sta indagando se sia necessario oppure no, sull’etichetta frontale della confezione, informare il consumatore di questa riduzione di peso.

Le reazioni delle associazioni dei consumatori sula shrinkflation

Il presidente della Unione Nazionale dei Consumatori, Massimiliano Dona, sottolinea come le segnalazioni su questa pratica si siano moltiplicate in connessione con la crisi energetica e con la crescita dell’inflazione. Le tecniche di marketing delle aziende sarebbero divenute sempre più insidiose e la maggior parte dei consumatori ne sarebbe completamente all’oscuro. La Coldiretti, infine, sottolinea un ulteriore questione, la volontà di scaricare l’aumento dei costi, dovuto alla guerra in Ucraina, sugli anelli più deboli della filiera commerciale alimentare.

Senza se e senza ma, la Coldiretti definisce la shrinkflation una speculazione e pratica sleale.
Come difendersi da questa pratica potenzialmente scorretta? Al momento, bisogna attendere la decisione dell’Antitrust ovvero dell‘Autorità di vigilanza. Il consiglio che possiamo dare è quello di controllare con attenzione le etichette, riguardanti il peso, e confrontarle con altri prodotti. Resta difficile per un consumatore ‘ricordare’ prezzo e peso di ogni prodotto.
[email protected]

alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

Lascia un commento

Your email address will not be published.