E’ possibile portare in detrazione le spese per i libri scolastici? Sono previsti sussidi statali per le famiglie in difficoltà per sostenere i costi dell’istruzione pubblica? Sono domande molto gettonate su internet in questi giorni e non è un caso. Sta infatti per suonare la campanella di inizio della scuola e molte famiglie italiane sono già alle prese con l’acquisto di libri scolastici e materiale didattico. Una spesa che pesa sul bilancio familiare e che non tutti possono permettersi senza rinunce.
Libri scolastici: perché non è prevista la detrazione
Secondo le ultime stime ogni anno una famiglia spende circa 1200 euro per mandare il figlio a scuola. La cifra corrisponde alla realtà? In verità va fatta qualche precisazione, come ha evidenziato Antonio Terzi, vicepresidente nazionale del Sil. In primo luogo sono previsti dei tetti massimi di spesa imposti alle scuole dal ministero dell’Istruzione sulla base delle classi: per quelle di inizio ciclo (prime e terze nelle superiori, prime alla secondaria di primo grado) la soglia massima è fissata a 350 euro ma per le altre classi è anche più bassa. Va detto inoltre che la stima sulla spesa per il materiale scolastico si riferisce a tutto il corredo nuovo (mentre statisticamente molti genitori optano per l’acquisto di libri usati), incluso materiale che si usa per più anni, come zaini e dizionari. Ma la nota dolente riguarda senza dubbio la mancata previsione della detrazione sui libri scolastici. Il Tuir, all’articolo 15, comma 1, lettera “e”, si limita a prevedere la possibilità di detrarre nella misura del 19% le spese sostenute per la frequenza di corsi di istruzione secondaria, universitaria, di perfezionamento e/o di specializzazione, tenuti presso istituti o università italiane o straniere, pubbliche o private.