Le spiagge sono meno vuote delle tasche degli italiani, l’inflazione morde stipendi già bassi

Stipendi bassi, non solo prezzi alti la causa del flop per il turismo in Italia ad agosto. L'inflazione si fa sentire dopo decenni di crisi.
1 anno fa
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Stipendi bassi e spiagge vuote

Non è l’estate dei record che tutti pensavamo fino a qualche mese fa, ma neppure questo pauroso flop di cui la stampa parla come se il turismo in Italia fosse morto. I numeri di quest’anno ci riporteranno al 2019, l’anno prima del Covid, quando segnarono il massimo storico di presenze. Molto probabile che non riusciremo a superarli, ma questa non è una tragedia. Dall’estero gli stranieri in arrivo aumentano, mentre molti connazionali stanno visitando località oltreconfine, magari dopo essere stati per anni a casa o nelle sue vicinanze a causa della pandemia.

Appurato ciò, se certe spiagge sono vuote e gli italiani sembrano per quest’anno avere preferito mete straniere, a cosa si deve? La risposta è principalmente una: gli stipendi bassi.

Inflazione da decenni sopra buste paga

I rincari ci sono stati, da ombrellone e sdraio nei lidi ai menù di bar e ristoranti, dal biglietto aereo agli alberghi. E’ l’effetto di un’inflazione che così alta non si vedeva da una quarantina di anni nel mondo occidentale. Questo è un angolo di osservazione, poi ne esiste un altro: non è che guadagniamo poco? L’Italia ha stipendi bassi e a dirlo sono le classifiche internazionali. L’OCSE ci conferma che siamo stati l’unico paese del mondo ricco ad avere registrato un calo reale in busta paga tra il 1990 e il 2020 (-2,8%). Significa che le retribuzioni in trenta anni sono cresciute meno dell’inflazione.

Dopo il 2021 le cose sono andate e stanno andando assai peggio. L’anno scorso l’inflazione è stata in media dell’8,1%, mentre gli stipendi sono aumentati meno dell’1%. Nei primi mesi dell’anno, stessa dinamica: inflazione più alta degli aumenti retributivi di quasi il 7,5%. Altrove sta accadendo qualcosa di simile, ma in misura meno marcata. Addirittura, in Francia gli stipendi stanno reggendo il passo con l’aumento dei prezzi al consumo.

Non puoi avere la moglie piena e la botte ubriaca. Se l’Italia è una meta turistica di primo livello sul mercato mondiale, in parte è anche perché considerata una destinazione relativamente low-cost rispetto ad altre come la Francia.

Estate 2023 svela arcano bassa crescita

Ma questo suo essere “cheap” dipende proprio dagli stipendi bassi dei lavoratori. Fate un confronto tra le buste paga dei nostri camerieri, banconisti, bagnini, cuochi, pizzaioli, addetti alle pulizie, ecc., con quelle dei colleghi di paesi come Francia e Germania e capirete. Non è un caso che negli anni fino al Covid l’Italia dovette fare affidamento alle esportazioni per crescere. La domanda interna era asfittica per via proprio degli stipendi bassi e della contestuale alta disoccupazione. Con pandemia e guerra il quadro è parzialmente cambiato: le esportazioni a tratti hanno subito un tracollo tra lockdown ed embarghi, mentre la domanda interna è stata foraggiata dagli abbondanti sussidi in deficit elargiti dallo stato.

Ci eravamo illusi che i consumi nazionali fossero tornati a salire per magia. Avevamo ignorato l’ostacolo più grande, ovverosia gli stipendi bassi. C’è un problema di base che risiede nella bassa produttività di molte imprese italiane, specie quelle di minori dimensioni, che si riflette in busta paga. Ma c’è anche un nervo scoperto di cui stiamo avendo tutti consapevolezza proprio questa estate e che ha a che vedere con le numerose corporazioni chiuse al mercato e che non accettano la concorrenza. Che si tratti di tassisti e di gestori dei lidi, solo per limitarci a due esempi lampanti di queste settimane, entrare in questi mercati è impossibile per i divieti normativi fissati dallo stato. Risultato: prezzi alti, servizi non sempre eccelsi e scarsa dinamicità economica con conseguente sotto-occupazione.

Stipendi bassi legati a problemi strutturali

Se i prezzi continuano a salire più delle buste paga, inevitabile che o gli italiani rinuncino alle vacanze o scelgano destinazioni sempre più economiche in patria o all’estero.

La brutta notizia è che gli stipendi non si alzano per legge come qualcuno tenta di far credere con la proposta sul salario minimo. Non è che domattina la premier Giorgia Meloni si alzi e dica: “fermi tutti, d’ora in avanti nessun lavoratore potrà guadagnare meno di 1.500 euro netti al mese per un posto full time”. Non funziona così, anche se sarebbe bello. Le imprese pagheranno di più i dipendenti quando avranno aumentato i margini di profitto e ciò accadrà quando saranno riuscite a produrre di più a costi eventualmente più bassi, battendo la concorrenza internazionale. A sua volta, ciò richiederà investimenti in capitale fisso, personale specializzato, strategie di marketing e di prodotto, ecc.

Torniamo a quanto detto prima. L’Italia ha una ricchezza rappresentata dalla miriade di piccole e medie imprese. Queste, però, non sempre hanno mezzi e conoscenze per stare sul mercato globale in termini competitivi. Ciò deprime la crescita dell’economia e tiene gli stipendi bassi. Serve ripensare al sistema Italia senza retorica, facili scorciatoie e non facendosi risucchiare dagli interessi corporativi, ancorché legittimi. Il rischio è che di estate in estate sulle nostre spiagge la lingua italiana finisca per scomparire.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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