Il presidente Sergio Mattarella succede a sé stesso. Un esito non molto sorprendente, date le divisioni tribali nel nostro Parlamento. E stamattina, il primo segnale sui mercati è positivo: il rendimento del BTp a 10 anni è sceso di ben 7 punti basi all’1,28%, ai minimi dal 6 gennaio. A questo punto, anche lo spread con i Bund della Germania è destinato a stringere in area 130 punti.
La rielezione di Mattarella rassicura gli investitori. Essa garantisce il governo Draghi, in quanto il presidente è stato l’artefice della sua nascita esattamente un anno fa.
Ad ogni modo, da qui a un anno non cambierà nulla sul piano istituzionale. Draghi rimarrà a Palazzo Chigi e Mattarella al Colle. Il primo potrà continuare a garantire l’Unione Europea sull’implementazione delle riforme per ottenere i fondi europei del Pnrr. Lo spread era schizzato fin sopra i 145 punti nelle passate sedute, sui timori che Draghi rischiasse di non essere eletto presidente della Repubblica e finisse persino fuori da Palazzo Chigi.
Spread giù fino a dove?
Certo, appare obiettivamente difficile una discesa dello spread verso i 100 punti dell’autunno passato. La sua impennata era stata determinata anche da altri fattori concomitanti, tra cui l’annunciata stretta delle condizioni monetarie della BCE e le tensioni geopolitiche con la Russia. L’inflazione non potrà che continuare a salire fino ad almeno la metà di quest’anno, a causa dell’esplosione dei prezzi delle materie prime e dei colli di bottiglia tutt’altro che risolti. I mercati pretendono rendimenti nominali più alti per acquistare BTp e altri bond percepiti rischiosi, mentre stanno rifugiandosi nuovamente nei “safe asset” come i Bund per sfuggire alle tensioni scatenate dai venti di guerra in Ucraina.
Due settimane fa, il Bund a 10 anni era riuscito per poco a portarsi in territorio positivo sul piano del rendimento. Non accadeva da quasi tre anni. Venerdì scorso, però, chiudeva la seduta a -0,05%. Questa corsa ai titoli tedeschi tiene relativamente alto lo spread, sebbene non sfugga a nessuno quanto esso sia superiore in Italia ai livelli di Spagna e, ancora di più, del Portogallo. In quest’ultimo dovrebbe stringere ulteriormente in area 60 punti sul tratto decennale dopo le elezioni politiche di ieri, alle quali ha trionfato per la terza volta di fila il Partito Socialista del premier Antonio Costa.