Spread, fu complotto contro Berlusconi? Ecco la verità sul 2011 e Deutsche Bank

Il governo Berlusconi fu vittima di un complotto? Analizziamo i fatti senza pregiudizi da una parte dell'altra e vediamo di capire cosa davvero sia successo in quel terribile 2011.
9 anni fa
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Caso Deutsche Bank e manipolazione mercati

DB è accusata di avere venduto BTp massicciamente, senza averlo comunicato tempestivamente al mercato, nonché di averlo persino rassicurato sulla sostenibilità del debito italiano, contro i cui rischi nel frattempo si assicurava, attraverso gli acquisti di 1,4 miliardi di Cds. Dunque, i tedeschi sono accusati non di avere ordito un complotto ai danni del governo italiano, bensì di avere tenuto nascosto al mercato il livello effettivo del rischio temuto sull’Italia. A ben vedere, sarebbe l’esatto contrario di un complotto, nel senso che quanto avrebbe combinato la banca, quand’anche risultasse illecito, sia dovuto alla sua esigenza di sbarazzarsi dei nostri titoli, pur cercando di rasserenare gli investitori sulla tenuta del nostro debito.

Sempre in tema di smentita del complotto, non possiamo non ricordare che le dimissioni di Berlusconi furono dovute all’inesistenza della sua maggioranza, che non era stata in quei giorni nemmeno in grado di approvare il Rendiconto dello Stato, un documento contabile formale, ma la cui bocciatura sanciva ormai la fine dell’esperienza del governo in carica.

Berlusconi sostenne Monti

E come non ricordare, poi, che fu lo stesso PDL a sostenere insieme al PD il governo Monti? Ma se l’ex premier avesse avuto l’intuizione che fosse trattato di un complotto, avrebbe mai appoggiato il suo “carnefice”? Altro aspetto trascurato è che la crisi dello spread non scomparve con la caduta del governo Berlusconi, anzi il suo picco fu raggiunto nel luglio del 2012, quando governava Monti, in coincidenza con le previsioni nerissime sull’euro da parte degli investitori. Ora, se fosse stato complotto, dovremmo dedurre che le grandi banche avessero bombardato i titoli di stato agli ordini dei rispettivi governi, quando in carica vi era Berlusconi, salvo tornare agli acquisti successivamente. Invece, la relativa calma tornò sui mercati solo con quel “whatever it takes” di Mario Draghi del 26 luglio 2012, pronunciato per salvare l’euro da una fine considerata vicinissima.

Seguirono il varo del piano anti-spread o formalmente noto come OMT (“Outright Monetary Transactions”), nonché le misure di stimolo negli anni seguenti.  

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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