La seduta odierna è iniziata positivamente per il mercato obbligazionario. In mattinata, lo spread decennale è sceso sotto 185 punti base e i rendimenti dei BTp a 10 anni sono scesi in area 4,35%. Erano arrivati al 4,40% venerdì scorso. L’intonazione leggermente favorevole ai bond è conseguenza di quanto accaduto negli Stati Uniti nel fine settimana. Lo speaker della Camera e la Casa Bianca hanno trovato un accordo per aumentare il tetto del debito di 4.000 miliardi di dollari per un tempo necessario stimato in due anni.
Nelle settimane passate, lo scenario del default aveva sostenuto gli acquisti di “safe asset“ come T-bond e oro. In queste ore, il metallo è sceso ad una quotazione di poco superiore ai 1.940 dollari per oncia, ai minimi da due mesi e mezzo. Sta accadendo, cioè, che i capitali stiano tornando ad affluire verso i titoli finanziari percepiti un po’ più rischiosi. Ciò sta riducendo i rendimenti dei BTp, dato che i nostri titoli di stato sono avvertiti a rischio. Viceversa, dovremmo assistere a una minore domanda di asset come i Bund della Germania.
Spread e rendimenti BTp in calo, forse per poco
Non è detto che questo clima favorevole duri a lungo. In primis, l’accordo è tutt’altro che al sicuro. I Repubblicani al Congresso si starebbero in parte rivoltando contro. Siamo in un anno pre-elettorale e le tensioni politiche a Washington stanno montando. D’altra parte, se fosse accolto dal Congresso, la maggiore propensione al rischio degli investitori favorirebbe non solo e non tanto un riposizionamento all’interno dell’obbligazionario, ma a favore di altre asset class come le azioni. Ceteris paribus, i rendimenti dei BTp tornerebbero a salire.
La verità è che nelle prossime settimane il destino dei nostri bond sui mercati sarà legato alla Banca Centrale Europea (BCE).