Spread sotto 210 punti, rendimenti BTp fino a -0,50% e prezzi a +7,5% grazie alla BCE

I rendimenti dei BTp sono scivolati dal board d'emergenza BCE di mercoledì. Le quotazioni risalgono e lo spread stringe.
2 anni fa
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Bund a 10 anni, segnale sull'inflazione

Mattinata positiva per i titoli di stato, che consolidano i guadagni delle ultime sedute. Alle ore 10.20, lo spread scendeva sotto 210 punti base. Era arrivato a salire a 250 punti nella seduta di martedì scorso. Il BTp a 10 anni offriva il 3,71% contro il 4,22% di tre giorni fa. In generale, i rendimenti dei BTp si mostrano in forte calo, una dinamica che riguarda particolarmente le scadenze più lunghe. In pratica, chi aveva acquistato titoli decennali all’inizio della settimana, oggi può affermare di avere in portafoglio un asset più redditizio di mezzo punto percentuale all’anno, cioè del 5% in tutto.

E tutto questo, vogliamo ribadirlo, in appena tre sedute. Il BTp 2051 nel frattempo ha guadagnato il 7,5%, scendendo anch’esso di quasi mezzo punto percentuale. A conferma che chi stia riuscendo a sfruttare la volatilità dei bond in questa fase, sta guadagnando anche all’interno di un trend complessivamente negativo.

Rendimenti BTp giù dopo board BCE d’emergenza

Quello che è accaduto lo sappiamo già. Per placare la drammatica ascesa dei rendimenti BTp, la BCE ha tenuto una riunione d’emergenza. Ne è scaturito un comunicato con annesso annuncio dello studio di un nuovo scudo anti-spread. Nel frattempo, l’istituto sfrutterà la flessibilità consentitagli dal PEPP in fase di riacquisto dei titoli in scadenza. Parliamo di un programma monetaria da 1.700 miliardi di euro.

Lo spread si è sgonfiato un po’, ma neppure così tanto. Se sono vere le indicazioni arrivate in questi giorni dai banchieri italiani, tra cui Carlo Messina di Banca Intesa-Sanpaolo, esso dovrebbe attestarsi più correttamente tra 100 e 150 punti. Questo significa che esisterebbe un margine di 70-100 punti di rientro dei rendimenti BTp sui Bund. A cos’è dovuto? Alla diffidenza dei mercati verso la capacità dell’Italia di tornare a crescere e a tagliare in misura consistente e veloce il suo rapporto debito/PIL. Con una spesa per interessi in risalita, temono un “doom loop” tra la necessità di una politica fiscale più austera e la tenuta dell’economia italiana, con riflessi negativi sui conti pubblici.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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