Mattinata positiva per i titoli di stato, che consolidano i guadagni delle ultime sedute. Alle ore 10.20, lo spread scendeva sotto 210 punti base. Era arrivato a salire a 250 punti nella seduta di martedì scorso. Il BTp a 10 anni offriva il 3,71% contro il 4,22% di tre giorni fa. In generale, i rendimenti dei BTp si mostrano in forte calo, una dinamica che riguarda particolarmente le scadenze più lunghe. In pratica, chi aveva acquistato titoli decennali all’inizio della settimana, oggi può affermare di avere in portafoglio un asset più redditizio di mezzo punto percentuale all’anno, cioè del 5% in tutto.
Rendimenti BTp giù dopo board BCE d’emergenza
Quello che è accaduto lo sappiamo già. Per placare la drammatica ascesa dei rendimenti BTp, la BCE ha tenuto una riunione d’emergenza. Ne è scaturito un comunicato con annesso annuncio dello studio di un nuovo scudo anti-spread. Nel frattempo, l’istituto sfrutterà la flessibilità consentitagli dal PEPP in fase di riacquisto dei titoli in scadenza. Parliamo di un programma monetaria da 1.700 miliardi di euro.
Lo spread si è sgonfiato un po’, ma neppure così tanto. Se sono vere le indicazioni arrivate in questi giorni dai banchieri italiani, tra cui Carlo Messina di Banca Intesa-Sanpaolo, esso dovrebbe attestarsi più correttamente tra 100 e 150 punti. Questo significa che esisterebbe un margine di 70-100 punti di rientro dei rendimenti BTp sui Bund. A cos’è dovuto? Alla diffidenza dei mercati verso la capacità dell’Italia di tornare a crescere e a tagliare in misura consistente e veloce il suo rapporto debito/PIL. Con una spesa per interessi in risalita, temono un “doom loop” tra la necessità di una politica fiscale più austera e la tenuta dell’economia italiana, con riflessi negativi sui conti pubblici.