Amara sorpresa per l’Italia alla riapertura odierna delle contrattazioni sui mercati finanziari. Il rendimento del BTp a 10 anni è salito in area 1,12% dall’1,05% di venerdì sera, mentre quello della Grecia si è ridotto di poco all’1,20%. Lo spread tra i due bond si è così assottigliato ulteriormente a soli 8 punti base, qualcosa che la dice molto lunga sulla relativa affidabilità creditizia dell’Italia percepita tra gli investitori. E’ accaduto che venerdì sera, a mercati chiusi, l’agenzia di rating Standard & Poor’s abbia aggiornato i suoi giudizi sui titoli del debito sovrano di Roma e Atene.
L’agenzia sostiene che gli obiettivi fiscali del governo giallorosso siano sostanzialmente credibili, ma avverte che le previsioni sulla crescita appaiono ottimistiche e che se le misure contenute nella manovra non fossero coperte finanziariamente, l’Italia rischierebbe di subire un nuovo declassamento. Stante questo giudizio, il rating sovrano di S&P per i nostri BTp si colloca ad appena due gradini sopra il livello “spazzatura” o “junk”.
Lotta greco-romana: spread con Atene ora quasi nullo
La Grecia rialza la testa
E nelle stesse ore, premiata la Grecia. Il rating di Atene è stato alzato di un gradino a “BB-” con “outlook” positivo sulle speranze che il nuovo governo di centro-destra continui a implementare le riforme economiche, nonché intravedendo minori rischi di un ritorno ai controlli dei capitali. Entro un anno, spiega la nota S&P, i titoli di stato ellenici potrebbero venire nuovamente promossi. Al momento, il giudizio per loro si colloca a tre gradini dal livello minimo “investment grade” della scala adottata, che sarebbe “BBB-“. Insomma, l’Italia resta ferma e rischia di scendere ancora un po’, mentre la Grecia sale e cerca faticosamente di tornare tra gli emittenti più solidi.
I rendimenti negativi arrivano in Grecia e questa è una pessima notizia per i bond
Sul rialzo dei rendimenti sovrani italiani oggi peserebbe anche il pessimo risultato elettorale dell’alleanza di governo in Umbria. Il centro-destra ha stravinto con 20 punti di vantaggio e adesso il mercato temerebbe ripercussioni sulla maggioranza già fragile ed eterogenea, con divisioni sempre più forti tra i partiti e possibili rimaneggiamenti alla manovra, che risulta impopolare un po’ tra tutte le categorie sociali. Dopo tutto, non dimentichiamoci che il crollo dello spread e dei rendimenti dei BTp di questi ultimi due mesi è dovuto al credito che gli investitori hanno assegnato alla nuova compagine governativa, percepita più rassicurante sui rapporti con l’Europa. Ma come ogni credito, va onorato. E la manovra non spinge né sulla crescita, né tanto sul risanamento dei conti pubblici, mentre l’instabilità politica è diventata un fattore di incertezza ogni giorno più forte.