Sri Lanka trova un accordo con i creditori alla vigilia delle elezioni, la fine del default resta incerta

Lo Sri Lanka cerca di uscire dal default dopo oltre due anni e alla vigilia delle elezioni trova un accordo dubbio con i creditori.
6 giorni fa
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Sri Lanka ad un passo verso la fine del default
Sri Lanka ad un passo verso la fine del default © Licenza Creative Commons

Sarà la volta buona? L’uscita dal default dello Sri Lanka compie un importante passo in avanti con il raggiungimento di un accordo tra il governo e i creditori a proposito della ristrutturazione di bond per 12,5 miliardi di dollari. La notizia è stata lanciata ieri sera, a soli due giorni dalle elezioni presidenziali in programma per la giornata di domani. Si attende ancora la firma ufficiale dell’intesa, successivamente alla quale Colombo chiederà il parere del Fondo Monetario Internazionale (FMI). L’assenso dell’istituto è indispensabile per ricevere aiuti.

Accordo a 2 giorni dalle elezioni

Lo Sri Lanka andò in default nel maggio del 2022 per la prima volta nella sua storia. Già nei mesi scorsi aveva tentato di raggiungere un accordo con i creditori, ma ha dovuto fare i conti con le obiezioni dell’FMI. Esso richiede, come sempre in questi casi, perdite non marginali a carico degli investitori privati e pubblici, così che il debito sovrano possa mostrarsi sostenibile nel medio-lungo termine.

Il paese ha altresì finalizzato un accordo con la Banca per lo Sviluppo della Cina da 3,3 miliardi. Ma l’uscita dal default per lo Sri Lanka appare tutt’altra che scontata, checché ne dica il ministro degli Esteri, Ali Sabry, su X. Infatti, i due principali candidati si sono espressi a favore di modifiche dell’intesa, chiaramente a discapito degli interessi dei creditori.

La reazione del mercato è stata positiva. Il bond in dollari con scadenza 11 maggio 2027 e cedola 6,20% (ISIN: USY8137FAH11) è risalito a 53,31 centesimi da un minimo sotto i 50 centesimi del 9 settembre scorso. E la scadenza del 28 marzo 2030 con cedola 7,55% (ISIN: USY8137FAR92) si è portata a 53,62 centesimi dai 50  di una decina di giorni fa. Il mercato prezza un’uscita dal default meno lontana per lo Sri Lanka.

Termini dell’accordo

L’accordo prevede l’emissione di bond “macro-linked”, vale a dire dai pagamenti legati all’andamento del Pil.

Il loro incremento scatterebbe al raggiungimento di livelli di Pil a 94-107 miliardi di dollari. A luglio, il precedente accordo prevedeva che il trigger scattasse a 92-100 miliardi. In cambio, il taglio del valore nominale dei bond o “haircut” scende dal 28% al 27%. Gli investitori domestici potranno ricevere un mix di bond in dollari e in valuta locale. Essi potranno ricevere pagamenti solamente in valuta locale, nel caso in cui il Tesoro non fosse nelle condizioni di provvedere in dollari.

Uscita da default per Sri Lanka non imminente

Tra le altre condizioni, la possibilità concessa ai creditori di passare dalla giurisdizione di New York a quella inglese o del Delaware. In tutto si stimano risparmi per il governo nell’ordine dei 9,5 miliardi durante la durata del programma di assistenza dell’FMI. L’uscita dal default per lo Sri Lanka sarebbe un fatto positivo, perché gli consentirebbe sia di ricevere aiuti internazionali, sia di tornare ad accedere ai mercati internazionali. I funzionari dell’FMI metteranno piede sull’isola a distanza di due settimane dalle elezioni. I creditori farebbero bene a non illudersi più di tanto. Dopo il voto sarà necessario attendere per capire le intenzioni del prossimo capo dello stato. C’è la possibilità che possa essere stata una trovata elettorale del governo uscente, pur consapevole delle basse probabilità di implementazione dell’accordo.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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