BCE tollererà inflazione Eurozona sopra 2%
Qualsiasi considerazione non potrebbe prescindere dalla specificità del momento attuale. Oggi, come mai nella storia prima, siamo dinnanzi a una politica monetaria ultra-espansiva, che ha già spinto ai massimi storici i prezzi dei bond e sostenuto l’azionario. Ulteriori guadagni su questi mercati sarebbero molto improbabili, mentre l’oro sarebbe l’asset maggiormente appetibile, dato che ancora quota a oltre un terzo al di sotto dei livelli massimi toccati nel settembre del 2011. All’ultimo board di marzo, Mario Draghi ha spiegato in conferenza stampa che il target di un’inflazione di quasi il 2% per l’Eurozona deve essere considerato nel medio termine e “simmetrico”, per cui essendo stata la crescita dei prezzi inferiore in questi ultimi 3 anni, è ipotizzabile e accettabile che l’istituto tolleri un’inflazione sopra al 2% per un certo periodo. In altre parole, Francoforte ci spiega che per qualche anno potrebbe anche accettare un’inflazione nell’area intorno al 3-3,5%, senza reagire con una politica monetaria più restrittiva. Se questi fenomeno convivesse con una crescita persistentemente bassa nell’Eurozona, magari non sarebbe quella stagflazione di cui parla BofA, ma qualcosa che ci assomiglia.