Arriva un interessante rapporto da parte dell’Istat il quale prende in esame l’andamento degli stipendi. Da questa analisi possiamo scoprire quali sono quelli che hanno visto crescere la propria retribuzione, cosa che va poi a ripercuotersi in maniera positiva sul salario dei professionisti dei settori interessati. Andiamo quindi a vedere quali sono le categorie che hanno beneficiato di questa nuova situazione.
I settori in crescita
A fare la voce grossa sono legno, carta e stampa, che registrano un promettente +8,5%.
Interessante la situazione sulla retribuzione oraria media nel nostro Paese. Nel comunicato Istat si legge infatti: “Anche nel secondo trimestre del 2024, similmente ai due trimestri precedenti, nel settore privato la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali è più elevata di quella dell’inflazione”. L’analisi dimostra che la retribuzione oraria media nel periodo gennaio-giugno 2024 è cresciuta del +3,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. Si parla di aumento del +4,9% per i dipendenti dell’industria, del +3,7% per quelli dei servizi privati e del +1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione.
Stipendi in crescita, il tabellone
Stipendi in crescita più dell’inflazione per le categorie fortunate che abbiamo citato poco sopra. Sempre nel comunicato Istat a tal proposito si legge: “Anche nel secondo trimestre del 2024, similmente ai due trimestri precedenti, nel settore privato la crescita tendenziale delle retribuzioni contrattuali è più elevata di quella dell’inflazione”. Andiamo quindi finalmente a scoprire nel dettaglio i settori e le rispettive crescite salariali che hanno registrato.
- Agricoltura +0,4
- Industria +4,9
- Estrazione minerali +6,0
- Alimentari +3,5
- Tessili, abbigliamento e lavorazione pelli +0,9
- Legno carta e stampa +8,5
- Energia e petroli +6,1
- Chimiche +4,6
- Gomma, plastica e lavorazioni di minerali non metalliferi +2,0
- Settore metalmeccanico +6,4
- Energia elettrica +2,3
- Gas e acqua +2,9
- Servizi di smaltimento rifiuti +1,2
- Edilizia +2,4
- Servizi privati +3,7
- Commercio +4,2
- Distribuzione moderna organizzata +4,2
- Farmacie private 0,0
- Trasporti, servizi postali e attività connesse +3,5
- Pubblici esercizi e alberghi +1,5
- Servizi d’informazione e comunicazione +0,4
- Telecomunicazioni 0,0
- Credito e assicurazioni +7,1
- Altri servizi privati +3,0
- Totale settore privato +4,2
- Pubblica amministrazione +1,6
- Comparti di contrattazione collettiva +2,0
- di cui Ministeri 0,0
- Regioni e autonomie locali +3,3
- Servizio Sanitario Nazionale +1,3
- Scuola +1,2
- Forze dell’ordine 0,0
- Militari – Difesa 0,0
- Attività dei vigili del fuoco 0,0
L’indice generale per il mondo del lavoro parla quindi di +3,6%, tenendo appunto conto dei settori in crescita e di quelli che invece hanno una crescita pari a zero. Difficile invece la situazione per quanto riguarda i rinnovi contrattuali. Nel privato l’attesa per rinnovi di questo tipo è di meno del 20%, mentre nel pubblico invece l’attesa rimane nella norma. A tal proposito, nella nota si legge: “Nella pubblica amministrazione, la crescita retributiva risulta invece in rallentamento ed è sostenuta esclusivamente dall’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale ai dipendenti delle Amministrazioni non statali”.
I punti più importanti…
- Legno carta e stampa registrano la crescita percentuale più alta per gli stipendi;
- bene anche credito e assicurazione ed estrazioni minerali;
- crescita salariale pari a zero per forze dell’ordine, ministeri e altro ancora.