Stipendi manager, azionisti in rivolta e anche tra i governi cambia l’aria

Gli stipendi di manager e banchieri sono percepiti spesso come fuori controllo. Alla City e Wall Street, templi del capitalismo, gli azionisti iniziano a rivoltarsi contro lo strapotere dei boss.
8 anni fa
3 minuti di lettura

Stipendi manager bancari sconvolsero il mondo

Che l’aria stia cambiando, lo dimostra anche Goldman Sachs, la banca d’affari americana forse simbolo del potere finanziario nel mondo. Dopo pressioni da parte degli azionisti, lo stipendio del ceo Lloyd Blankfein nel 2016 è stato tagliato del 27%, passando da 30 a 22 milioni, essendo stato tagliato un bonus legato a risultati di lungo termine e pari a circa 7,5 milioni.

In realtà, non saranno le leggi a forzare le società a mostrarsi moderate nelle loro politiche retributive.

La crisi finanziaria del 2008, che spinse sull’orlo del lastrico decine di banche americane considerate infallibili fino a un secondo prima, ma i cui manager “scapparono” con finanche centinaia di milioni di dollari come “premi per il risultato”, hanno sconvolto e fatto esplodere d’ira l’opinione pubblica mondiale, la stessa chiamata nei rispettivi paesi a salvare spesso con propri denari i conti degli istituti che nel frattempo avevano strapagato i propri boss.

Sull’onda di tale rabbia popolare, anche l’azionariato ha preso coscienza di sé, forse ancora non a sufficienza, ma gradualmente si sta rendendo conto che il capitalismo per definizione si fonda sul capitale, non sui mega-stipendi di manager avulsi dalla realtà, che per la teoria dell’agente sarebbero meri esecutori degli interessi degli azionisti. Ed è il capitale che deve riappropriarsi del controllo delle aziende, avendo spesso delegato troppo per eccesso di fiducia e per timore di apparire altrimenti vetusto nelle dinamiche finanziarie moderne. Se anche la seconda donna a capo di un governo britannico, appartenente allo stesso partito della indimenticabile Margaret Thatcher, si pone il problema di come riportare coi piedi per terra una élite finanziaria apparentemente sfuggita di mano allo stesso sistema capitalistico, è il segno che i tempi stiano davvero cambiando. (Leggi anche: Banchieri, stipendi super e risultati modesti: più potere agli azionisti?)

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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