C’è una categoria di contribuenti per i quali lo stop allo sconto in fattura e cessione del credito decisa dal governo rischia di creare più danni rispetti agli altri. Sono i disabili.
La scelta di mettere fine alla possibilità di optare per lo sconto o cessione nei bonus casa è contenuta nel decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023. La cosa interessa tutti i bonus casa per i quale veniva prevista l’opzione, ossia:
- bonus per il recupero del patrimonio edilizio (bonus ristrutturazione)
- ecobonus ordinario
- sismabonus ordinario
- superbonus
- bonus facciate
- bonus barriere architettoniche 75%
- bonus colonnine di ricarica.
Gli unici due bonus casa indifferenti allo stop sconto e cessione del credito sono il bonus mobili e il bonus verde.
La reazione delle associazioni di categoria
Dopo il blocco deciso dal governo, tra le reazioni più dure c’è quella dell’UILDM (Unione Italiana Lotta Distrofia Muscolare).
Per l’UILDM, a risentire maggiormente dei danni derivanti da questa decisione del governo sono i disabili, i quali non potranno più puntare alle due opzioni a fronte del nuovo bonus barriere architettoniche 75%.
Un bonus, in vigore dal gennaio 2022, che permette di ottenere il 75% di detrazione fiscale (da spalmare in 5 anni) sulle spese sostenute fino al 2025 a fronte di lavori finalizzati al superamento eliminazione barriere architettoniche. Un bonus a fronte del quale era, comunque, prevista possibilità di opzione per sconto o cessione.
Un beneficio fiscale, come rileva l’UILDM, introdotto con un duplice obiettivo, ossia:
- agevolare, in particolare per le persone anziane, il mantenimento a domicilio in condizioni di sicurezza, riducendo di conseguenza anche il rischio di incidenti domestici;
- sostenere l’integrazione sociale e il diritto alla mobilità per le persone con disabilità e ridotte capacità motorie.
Stop cessione del credito in discontinuità con il bonus barriere architettoniche
Dal 17 febbraio 2023, invece, secondo quanto previsto dal decreto del 16 febbraio 2023, salvo alcune eccezioni, niente più possibilità di optare per sconto in fattura o cessione crediti per i bonus edilizi.
Quindi, dal 17 febbraio 2023, l’unisca strada percorribile per godere del beneficio è quello della detrazione fiscale in dichiarazione redditi. Ciò significa che il 75% della spesa sostenuta potrà essere recuperata, ma non subito Serviranno 5 anni.
Con lo sconto in fattura e cessione del credito, invece, il recupero era immediato (o quasi immediato). Un danno questo che, secondo le stime ISTAT, impatterà su oltre cinque milioni di italiani e rispettive famiglie in cui ci sono disabili.
Ecco il motivo per cui, secondo quando riferisce l’UILDM, milioni sono i cittadini che chiedono al Parlamento di valutare attentamente la decisione di non permettere più lo sconto in fattura e la cessione dei crediti.
Una decisione che d’altronde è in discontinuità con un bonus introdotto solo lo scorso anno e per di più in favore di soggetti che già vivono una condizione di disagio rispetto alla normalità.