Niente ripensamento sullo stop alla cessione del credito ma possibilità per i contribuenti di utilizzare la detrazione superbonus in dichiarazione dei redditi su un orizzonte temporale più lungo rispetto agli attuali 4 anni (5 in alcuni casi). Sembrerebbe questo il punto di equilibrio che il Governo potrebbe trovare in fase di conversione in legge del DL 11/2023. Decreto che ha segnato lo stop alle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.
Dunque, il Governo potrebbe adottare una soluzione sulla base di quanto previsto già per i cessionari del superbonus 110. Ossia coloro i quali acquistano/rilevano i crediti edilizi o applicano lo sconto in fattura 110 che grazie al DL 176/2022, decreto Aiuti-quater, possono utilizzare il superbonus in compensazione in 10 anni anziché 4/5.
La soluzione del Governo non sarebbe da sottovalutare, posto che per legge, la quota di detrazione residua rimasta inutilizzata in un determinato anno, non può essere utilizzata nell’anno successivo. Dunque è persa.
Lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura
Con il DL 11/2023, sono andati in pensione sia la cessione del credito sia lo sconto in fattura.
Tuttavia, le opzioni sono ancora possibili in alcuni casi residuali legati alla tempistica di presentazione delle CILA e di altri documenti o attestazioni.
Nello specifico, sarà ancora possibile cedere il credito o applicare lo sconto in fattura se, alla data del 16 febbraio sussistono le seguenti condizioni:
- per gli interventi diversi da quelli effettuati dai condomini, risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) o presentato altro titolo abilitativo per i lavori diversi al superbonus;
- per gli interventi effettuati dai condomini, risulti adottata la delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA)
- per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici, risulti presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo;
- per gli interventi per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo (edilizia libera), è richiesto l’inizio dei lavori.
Stop cessione del credito. Detrazione in 10 anni
Dopo lo stop alla cessione del credito, il Governo ha avviato un tavolo tecnico con i rappresentanti delle imprese edili e i sindacati dei lavoratori. L’obiettivo è quello di trovare una soluzione per i crediti incagliati, ciò dovrebbe avvenire con gli F24 delle banche. Inoltre il CNDCEC suggerisce al Governo di ristabilire le opzioni di sconto in fattura e cessione del credito per i c.d. incapienti.
Detto ciò, il Governo sarebbe propenso a riconoscere ai contribuenti la possibilità di utilizzare la detrazione superbonus in dichiarazione dei redditi su un orizzonte temporale più lungo rispetto agli attuali 4 anni. 5 in alcuni casi. La soluzione del Governo non sarebbe da sottovalutare. Posto che, per legge, la quota di detrazione residua rimasta inutilizzata in un determinato anno non può essere utilizzata nell’anno successivo. Dunque è persa.
Infatti, considerato che le spese ammesse al superbonus di solito sono abbastanza cospicue, potrebbe essere difficile per il contribuente avere una certa capienza fiscale rispetto alla quale fare valere la quota di detrazione anno per anno. Ecco perché allungare il periodo durante il quale il superbonus può essere utilizzato in dichiarazione dei redditi, potrebbe essere una soluzione conveniente.
Tuttavia, gli incapienti o chi non paga Irpef come ad esempio i contribuenti in regime forfettario, continuerebbero a rimanere fuori da qualsiasi detrazione edilizia. Non avendo una base imponibile ossia un’imposta Irpef sulla quale far valere la detrazione. Che sia il superbonus o altra detrazione poco importa. Ecco perché ci sarebbe bisogno di altri soluzioni.