Quale strategia d’investimento migliore per puntare sul mercato dei bond?

La volatilità sui mercati finanziari costringe ad interrogarsi su quale sarebbe la migliore strategia d'investimento sul mercato dei bond.
2 settimane fa
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Strategia d'investimento sui bond
Strategia d'investimento sui bond © Licenza Creative Commons

L’incertezza si è impadronita degli animi di milioni di piccoli investitori, in Italia così come nel resto del mondo. Indipendentemente dalla propensione al rischio, risulta sempre più difficile negli ultimi mesi capire quale possa essere la migliore strategia d’investimento possibile. E ciò vale sia per il mercato azionario che per quello obbligazionario. L’attendismo può far perdere buone opportunità di guadagno, ma la fretta di comprare asset può rivelarsi deleteria. La correlazione negativa tra azioni e bond non è così scontata. In certe sedute appare netta, in altre sembra vero il contrario.

Strategia d’investimento con i dazi

I dazi sono potenzialmente recessivi, perché rallentano la crescita dell’economia mondiale. Un bene per i possessori dei bond, che dovrebbero assistere a un aumento dei prezzi. Allo stesso tempo, sono inflattivi. Aumentano i costi delle importazioni e i prezzi al consumo. E questo è un guaio per i bond, perché tende a fare salire i loro rendimenti e a far scendere i prezzi. Secondo quale strategia d’investimento muoversi?

Puntare sui tratti estremi

In teoria, la strategia Barbell potrebbe rivelarsi azzeccata.

Essa consiste nel puntare sui tratti estremi della curva dei tassi: breve e ultra-lungo. I bond in scadenza tra pochi mesi o qualche anno al massimo ci garantiscono le cedole e la stabilità dei prezzi. I bond a lunga scadenza (30, 50 anni) ci offrono alti rendimenti e prospettive di guadagno per il caso in cui i prezzi risalissero. Quest’ultimo fenomeno si avrebbe con la discesa dell’inflazione, le cui aspettative incidono proprio sui rendimenti lunghi.

E cosa succede se l’inflazione restasse alta o tornasse a salire? I bond corti ci consentirebbero ugualmente di percepire le cedole, così come del resto quelli lunghi. Il problema sarebbe che i secondi si deprezzerebbero e non ci darebbero la possibilità di rivendere al più presto evitando le perdite. Può essere terrificante se si avesse bisogno della liquidità impiegata. Dunque, la strategia d’investimento nota come Barbell va maneggiata con cura.

Vale se ci s’immagina che l’inflazione non aumenti nei prossimi anni.

Gli acquisti “a scala”

Esiste una qualche strategia d’investimento alternativa per il mercato dei bond? In gergo, c’è quella nota come “ladder” o “a scala”. Consiste nel costruirsi un portafoglio obbligazionario su tutte le scadenze, dalle più brevi alle più lunghe. In questo modo, l’investitore ottiene cedole crescenti senza esporsi eccessivamente al rischio di tassi. Se anche l’inflazione restasse elevata o crescesse, la percentuale di liquidità impiegata sui bond lunghi sarebbe minoritaria. I guadagni supererebbero tendenzialmente le perdite. Man mano che le scadenze più brevi verranno rimborsate, le si rimpiazzerà con scadenze nuove e possibilmente più remunerative in un contesto di rialzo dei tassi.

Viceversa, se i tassi si abbassano l’investitore godrebbe comunque di cedole lungo le scadenze, al contempo potendo disinvestire con profitto quelle lunghe. Il rovescio della medaglia sarebbe che una porzione crescente della liquidità dovrebbe essere reinvestita nel tempo per l’acquisto di bond con cedole più basse.

Inoltre, perderemmo la possibilità di ottenere rendimenti maggiori puntando sul tratto lungo della curva.

Strategia d’investimento alla luce del trend recente

Non esiste la strategia d’investimento perfetta per ogni occasione, né sicura al 100%. Se crediamo che l’inflazione sia un allarme esagerato di questi tempi, Barbell potrebbe fare al nostro caso. Se temiamo proprio l’inflazione, meglio “ladder” o concentrarsi sulle sole scadenze brevi. Per quanto l’andamento storico debba essere preso con le pinze, dobbiamo ammettere che i bond ultra-lunghi siano più vicini ai minimi che ai massimi di questi anni. Il bond austriaco a 100 anni con scadenza 2120 aveva toccato il minimo storico a meno di 35 centesimi nell’ottobre del 2023. Due mesi e mezzo più tardi già segnava 49 centesimi e quasi rivedeva tale vetta nel dicembre scorso. Venerdì, stava a 36 centesimi, cioè quasi allo stesso livello di quando i tassi di interesse nell’Eurozona erano all’apice. Da allora sono diminuiti di 150 punti base o 1,50%. Vero è che i rendimenti lunghi non sono direttamente correlati alla politica monetaria, ma è altresì indubbio che questa sia diventata più accomodante grazie alla discesa dell’inflazione.

giuseppe.timpone@investireoggi.it 

 

Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
Il suo motto è “Il lettore al centro grazie a una corretta informazione”; ogni suo articolo si pone la finalità di accrescerne le informazioni, affinché possa farsi un'idea dell'argomento trattato in piena autonomia.

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