E’ stata davvero negativa la reazione dei mercati ai risultati degli stress-test della BCE. Nonostante abbiano esitato una sola bocciatura su 51 istituti europei esaminati – quella di MPS – in borsa i titoli bancari sono stati tendenzialmente tutti affossati, anche se alcuni hanno perso, nelle prime due sedute di questa settimana, complessivamente molto più di altri.
E dire che l’intento di questi test in versione “light” consisteva nel convincere gli investitori a tornare a puntare sulle banche europee, mostrandone la solidità.
Stress-test screditati, Mario Draghi esce sconfitto
La stessa metodologia applicata agli stress-test è sembrata poco trasparente e volta semplicemente a rassicurare i mercati. E’ stato preso in considerazione solo circa un 40% delle banche esaminate due anni fa, escludendo quelle con sede in paesi come Grecia e Portogallo, che avrebbero esitato quasi certamente risultati negativi o molto negativi.
La “furbata” del governatore Mario Draghi di condurre esami cuciti addosso alle banche monitorate non sta pagando. Non era scontato il flop di una simile iniziativa, ma c’è già stato. E non è un dato irrilevante, perché segnala la sfiducia del mercato verso le azioni della BCE. In gioco c’è sostanzialmente la credibilità di Francoforte.
Non si potrebbe interpretare altrimenti quanto sta accadendo nelle borse europee: se gli stress-test hanno mostrato formalmente un sistema bancario solido, perché mai i mercati starebbero reagendo così male e verso tutto il comparto?