Crisi banche, confusione anche normativa
La BCE è anche quell’istituto, che dal prossimo board di settembre potrebbe abbassare ulteriormente i tassi overnight, già negativi dello 0,4%, con l’obiettivo dichiarato di accelerare la crescita dei prezzi al target di quasi il 2% nell’Eurozona. Ma queste politiche contribuiscono alla riduzione dei margini bancari, ampliando in questa fase le difficoltà degli istituti nel mostrarsi adeguatamente redditizi.
A tutto ciò si aggiunge la confusione normativa generatasi con l’introduzione del bail-in, che da quest’anno avrebbe dovuto evitare che le perdite delle banche in risoluzione ricadessero sui contribuenti, mentre tra Bruxelles e Roma vi è in corso da mesi un negoziato per verificare se sia possibile uno scenario meno rigido, che consenta un salvataggio pubblico, senza infliggere perdite agli obbligazionisti subordinati.
Super Mario non c’è più
Parliamoci chiaro, i nodi di una costruzione raffazzonata dell’Eurozona stanno arrivando tutti al pettine. Qualcuno si illudeva ancora di contrastare la speculazione con espediente tragicomici, come stress-test fatti a maglie. E’ un brutto colpo per Draghi, che in appena 12 mesi ha dovuto potenziare due volte il “quantitative easing”, annunciando all’ultima riunione del board a luglio di essere pronto a nuovi stimoli.
Quello che un tempo era definito “super Mario” (vi ricordate il “whatever it takes” di 4 anni fa?) per le sue qualità quasi taumaturgiche nei confronti del mercato, adesso sta perdendo di confidenza con gli investitori e, soprattutto, non incanta più sul fronte della politica monetaria, così come gli altri governatori centrali del resto. Da questa settimana, sappiamo che non è in grado di rassicurare nemmeno sulla tenuta del sistema bancario europeo.