La Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso stamane di alzare i tassi d’interesse di un altro 0,50%. Il tasso sui depositi delle banche sale al 2,50%, sui rifinanziamenti principali al 3% e sui prestiti marginali al 3,25%. E nel comunicato ufficiale post-board, l’istituto ha messo le mani avanti, spiegando della necessità di alzare il costo del denaro di un ulteriore punto percentuale anche a marzo. Contrariamente a tante volte, anche nel recente passato, la reazione dei mercati alle mosse di Francoforte è stata positiva.
Ad essere sinceri, sembra quasi che i tassi BCE siano stati tagliati. L’andamento dei mercati in direzione opposta a quella che si saremmo aspettati è dovuta alla sensazione che l’Eurotower si sia comportata stavolta da “falco a metà”. Se a dicembre Lagarde intravedeva “fino a tre rialzi dei tassi dello 0,50%”, adesso per certi ve ne saranno due, cioè quello di oggi e a marzo. Dopodiché la valutazione avverrà sulla base dei dati macro, vale a dire dell’impatto che le decisioni prese hanno avuto giù sull’inflazione. Due i possibili esiti: un qualche altro rialzo dello 0,25% o una cessazione della stretta monetaria, magari inizialmente definita co prudenza “pausa”.
Rialzo tassi BCE non preoccupa mercati
Ci staremmo, cioè, avvicinando alla fine della stretta sui tassi BCE. Sempre oggi, poi, è stata confermata la riduzione dei riacquisti dei bond in scadenza da marzo: -15 miliardi di euro al mese fino a giugno, dopo l’entità del taglio sarà rideterminata. L’entità degli acquisti, spiega sempre il comunicato, avverrà tra i bond sovrani in proporzione alle quote dei rimborsi spettanti. Non erano previste novità su questo fronte, semmai l’emergere di qualche dettaglio tecnico in più.
Il cambio euro-dollaro in mattinata aveva superato la soglia di 1,10 per la prima volta dalla fine del marzo scorso. Dopo la conferenza di Lagarde, ripiegava vistosamente a poco più di 1,09. Nel frattempo, l’indice FTSE MIB è salito fino a oltre 27.000 punti, il dato più alto da un anno a questa parte. Se in passato le titubanze nell’alzare i tassi BCE erano state colte come segnale circa la possibile perdita di controllo della stabilità dei prezzi, adesso la maggiore sicurezza rassicura gli investitori. La discesa dell’inflazione per il terzo mese consecutivo a gennaio sarebbe la riprova che Francoforte avrebbe la situazione sottomano e, pertanto, non sarebbero necessarie misure dolorose per il prossimo futuro.