Subito la pensione, ecco i fortunati che prendono 43 mesi di sconto sull’età

Pensioni in anticipo e subito, ma c'è chi è più fortunato e chi meno perché spesso le regole cambiano in maniera repentina.
3 settimane fa
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Negli ultimi anni, i lavoratori si sono abituati a frequenti cambiamenti nelle regole di pensionamento, spesso inaspettati e talvolta significativi. Basta una nuova norma, un correttivo a una misura già esistente o una modifica legislativa, e tutto può cambiare.

Ci sono persone che improvvisamente acquisiscono il diritto di andare in pensione, mentre altre si trovano improvvisamente escluse da una misura che prima avrebbe consentito loro un facile accesso al pensionamento.

Parlare di fortuna o sfortuna in questi casi non è fuori luogo, poiché occorre trovarsi dalla parte giusta per beneficiare dei vantaggi.

Al contrario, chi si trova dall’altra parte rischia di perdere molto.

Subito la pensione: ecco i fortunati che ottengono 43 mesi di sconto sull’età

Oggi analizziamo un caso particolare, segnalatoci da due lettori. Uno di loro è evidentemente fortunato, l’altro meno. Per entrambi, la misura in questione è l’Ape sociale.

“Salve, volevo capire se è confermato lo stop all’Ape sociale nel 2025. Perché se fosse così, non mi resta che disperarmi. Avrei sperato nella prosecuzione della misura. Ci pensavo da tempo e, a causa del fatto che nel 2024 non bastano più 63 anni ma servono 63 anni e 5 mesi, sono stato escluso. Sono nato ad agosto del 1961, quindi ho compiuto 63 anni da poco e non riesco a completare i 5 mesi aggiuntivi previsti quest’anno entro dicembre, dato che li compirò a gennaio.”

“Gentili esperti, vi chiedo conferma sulla possibilità di andare in pensione a dicembre con l’Ape sociale. Sono un’ex lavoratrice che a novembre terminerà con la Naspi che percepisco da 12 mesi. Sono nata il 22 luglio 1961 e credo di avere diritto all’Ape perché compio 63 anni e 5 mesi a dicembre. Secondo voi posso davvero andare in pensione?”

Ape sociale: ecco come funziona

L’Ape sociale è una misura particolare sia per i requisiti richiesti sia per la sua struttura, e ha una caratteristica speciale legata al principio della cristallizzazione del diritto.

Per la maggior parte delle misure di pensionamento, il lavoratore che ha maturato il diritto lo conserva, indipendentemente dalle modifiche che potrebbero interessare la misura in futuro, sia che essa cessi del tutto sia che cambino alcune regole. Tuttavia, per l’Ape sociale non vale il principio della cristallizzazione.

Inoltre, l’Ape sociale non prevede tredicesima, assegni familiari, maggiorazioni, e non è reversibile in caso di decesso prematuro del beneficiario. Non ci sono adeguamenti all’inflazione e termina al compimento dei 67 anni, momento in cui il beneficiario raggiunge l’età per la pensione di vecchiaia. Infine, l’importo della pensione con l’Ape sociale non può mai superare i 1.500 euro lordi al mese.

La pensione in anticipo a 63,5 anni di età

Ma al di là di queste caratteristiche, ciò che interessa è ciò che è successo quest’anno. Nel 2024 è stata introdotta una modifica che ha inasprito di 5 mesi l’età di accesso alla misura. In pratica, ora è necessario attendere 5 mesi in più per ottenere il diritto alla pensione con l’Ape sociale. Si è passati dai 63 anni pieni a 63 anni e 5 mesi.

Questo cambiamento esclude chi, come uno dei nostri due lettori, non riesce a raggiungere i 63 anni e 5 mesi entro la fine dell’anno, compiendoli solo a gennaio. Parlare di sfortuna in questo caso non è esagerato. D’altra parte, c’è chi, anche se per pochi giorni, rientra nei requisiti, come la seconda lettrice.

I beneficiari della prestazione

L’Ape sociale permette di andare in pensione a chi, oltre ad avere 63 anni e 5 mesi di età, ha accumulato 30 anni di contributi. Tuttavia, è necessario rientrare in specifiche categorie come:

  • i disoccupati che hanno completato interamente la Naspi (come nel caso della seconda lettrice);
  • i caregiver che da almeno 6 mesi assistono un parente disabile convivente, anche se in interni diversi dello stesso numero civico;
  • gli invalidi civili con un grado di invalidità pari o superiore al 74%.

Per chi svolge una delle 15 attività lavorative considerate gravose, come previsto sia per la quota 41 sia per l’Ape sociale, e che ha svolto tale lavoro per almeno 6 degli ultimi 7 anni o per almeno 7 degli ultimi 10 anni, i requisiti di 63 anni e 5 mesi sono sufficienti solo se accompagnati da almeno 36 anni di contributi versati.

Tornando alla questione della fortuna, va detto che chi si trova escluso a causa della propria data di nascita perde di fatto il diritto a un pensionamento anticipato di ben 43 mesi. Per loro, l’unica alternativa rimane la pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni. Al contrario, chi riesce a rientrare nei requisiti, anche se per pochi giorni, può beneficiare di uno sconto di 43 mesi sull’età per accedere alla pensione.

Giacomo Mazzarella

In Investireoggi dal 2022 è una firma fissa nella sezione Fisco del giornale, con guide, approfondimenti e risposte ai quesiti dei lettori.
Operatore di Patronato e CAF, esperto di pensioni, lavoro e fisco.
Appassionato di scrittura unisce il lavoro nel suo studio professionale con le collaborazioni con diverse testate e siti.

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