La strana estate 2020 del Covid ci offre successi musicali perlopiù nostrani in Italia, forse anche il segno che nei mesi scorsi le produzioni internazionali siano state frenate dai “lockdown”. Per testare il successo di un brano, ai tempi di oggi, bisogna guardare più che altro alle visualizzazioni in rete, oltre che ai downloads dalle app. YouTube si mostra perfetto allo scopo, avendo diffusione mondiale e trovandosi sui tablet, i PC e i telefonini di miliardi di utenti da ogni angolo del pianeta.
Quanto ai tormentoni estivi, troviamo che “Karaoke” di Alessandra Amoroso e Boombadash abbia superato le 55 milioni di visualizzazioni, marcato a stretto giro da “Mediterranea” di Irama, che sta a 53,5 milioni. Ma si consideri che il video con le immagini del giovane lombardo abbia attirato in un solo mese circa 21,5 milioni di visitatori, i quali andrebbero sommati a quelle del primo video ufficiale, pubblicato per necessità senza immagini girate. Il conto complessivo salirebbe, quindi, a circa 75 milioni.
Al terzo posto figura “Non mi basta più” di Baby K con 27 milioni. La cantante ha postato sul suo profilo Instagram la notizia del raggiungimento di 1 miliardo di visite, ma il riferimento va al suo canale, non a un singolo brano specifico. La volata nelle ultime settimane sarebbe arrivata anche grazie alla collaborazione con Chiara Ferragni, prima influencer italiana e tra le più seguite al mondo, che ha presto parte al tormentone estivo di Baby K.
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Il business model di YouTube
Subito dopo, Rocco Hunt con “A un passo dalla luna”. Il giovane rapper partenopeo ha raggiunto le 25 milioni di visualizzazioni e, soprattutto, conferma l’appuntamento estivo con il successo. Lo scorso anno, arrivava tramite “Ti volevo dedicare”, pezzo realizzato con Boomdabash e che ad oggi ha ottenuto oltre 88 milioni di visualizzazioni.
E poi c’è Elodie con “Guaranà” e 21 milioni di visualizzazioni. Dall’estero, invece, stavolta il successo dei successi non ha note latine, arrivando dal Sudafrica. E’ “Jerusalema” di Master KG, con 84 milioni di visite e primo nelle tendenze in ben 10 stati, tra cui l’Italia. Sta facendo ballare mezzo mondo con una canzone dedicata a Gerusalemme e dai contenuti spirituali.
Vi starete chiedendo se queste visite equivalgano ad altrettanti euro. YouTube premia gli iscritti, offrendo loro una parte del fatturato realizzato tramite i video pubblicati. Questi vengono finanziati dalla pubblicità. Quanto paga? Non esiste un parametro unico. Dipende, anzitutto, dal target di pubblico: più esso è generico, meno rende. Inoltre, le visite da alcuni stati si mostrano ben più redditizie, evidentemente perché i pubblicitari ritengono che siano più proficue per il loro business. Ad esempio, 1.000 visite dalla Danimarca fruttano in media 8,50 euro, in Italia appena 32 centesimi.
Video YouTube: come e quanto guadagnare, la dura verità
CPM variabile
I pagamenti vengono captati dal cosiddetto CPM, acronimo che sta per “Costo Per Migliaia” di visualizzazioni. In genere, va da 1 a 4 dollari. Significa che per ogni 1.000 visite, un video mediamente farebbe introitare 1-4 dollari, di cui non più della metà va a chi lo ha realizzato, il resto chiaramente spetta a YouTube. Attenzione, non basta pubblicare un video per iniziare a guadagnare. Bisogna creare un canale e solo al raggiungimento di un certo numero di iscritti/visite, dopo che il titolare lo avrà collegato ad AdSense, YouTube invierà una comunicazione con la quale si avvisa della potenziale remunerazione.
I video che rendono di più sono anche quelli di durata più lunga. Perché? Semplice, perché possono contenere al loro interno più pubblicità. Ma non è il caso di un video musicale, che certamente non può interrompere il brano per far visualizzare all’utente uno spot.
Per il resto, i cantanti italiani più popolari potrebbero confidare mediamente su alcune decine di migliaia di euro per ciascuno dei loro tormentoni. Meglio fanno coloro che posseggono un canale forte, a quel punto capace di sostenere il fatturato mensile, “tirando” anche i brani vecchi, i quali continuano a far lievitare gli incassi.