Crisi sovrapproduzione petrolio resterà nel 2016
Nei primi mesi del 2016, l’Iran si vedrà revocate le sanzioni ONU, che dalla fine del 2011 ad oggi colpiscono le sue esportazioni, di greggio incluse. Quattro anni fa, Teheran produceva 3,6 milioni di barili al giorno, circa un milione in più rispetto ad oggi. Questo significa che il paese tenderà in pochi mesi a riportarsi ai livelli pre-embargo e già entro la metà dell’anno prossimo potrebbe essere in grado di esportare mezzo milione di barili in più.
La produzione saudita ai massimi dagli anni Ottanta
Per ragioni legate a una strategia di mercato, oltre che geo-politica e finanziaria, l’Arabia Saudita non sarà in grado di tagliare la sua produzione nel breve termine, dovendo massimizzare i ricavi in valuta straniera, da cui dipende l’80% delle sue entrate statali e non disponendo di un cambio flessibile, che le consentirebbe di attutire il contraccolpo del tracollo delle quotazioni. A fronte di un’offerta stabile o in crescita, la domanda dovrebbe crescere l’anno prossimo meno che nel 2015, ma il rallentamento potrebbe essere superiore a quello sinora scontato dai mercati, se l’economia in Cina e presso gli altri paesi emergenti dovesse subire una battuta d’arresto maggiore delle previsioni. In questo momento, il Brent vale quasi lo 0,8% in meno di un mese fa, anche se su base settimanale guadagna il 4,2%. Il Wti guadagna lo 0,3% rispetto a un mese fa e il 7,5% nei 7 giorni.