Sulla pressione fiscale gli italiani sono tra i più tartassati d’Europa

In Italia la pressione fiscale è tra le più alte in Europa. Criticità, confronti internazionali e proposte per migliorare.
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pressione fiscale

I Tartassati con Totò e Fabrizi a quanto pare è ancora attuale quando si parla di tasse e imposte in Italia. Ma perché siamo tra i più tassati d’Europa? La pressione fiscale è uno degli indicatori economici più discussi, soprattutto in Italia, dove i contribuenti spesso percepiscono un carico fiscale elevato rispetto ai servizi ricevuti. Ma cosa si intende esattamente per pressione fiscale e come si colloca il nostro Paese rispetto agli altri? In questo articolo analizzeremo la situazione italiana, il confronto internazionale e le possibili prospettive di cambiamento.

Cos’è la pressione fiscale e come viene calcolata

La pressione fiscale rappresenta il rapporto tra il totale delle entrate fiscali di un Paese e il suo Prodotto Interno Lordo (PIL). Questo indicatore misura il peso delle tasse e dei contributi sociali sull’economia nazionale. In Italia, secondo i dati più recenti, la pressione fiscale si attesta al 42,8% del PIL, una delle più alte tra i Paesi dell’OCSE. Questo dato include sia le imposte dirette, come IRPEF e IRES, che quelle indirette, come IVA e accise, oltre ai contributi previdenziali. Tuttavia, non tiene conto del cosiddetto “carico fiscale occulto”, rappresentato da tasse locali e balzelli vari, che spesso aumentano la percezione di una pressione fiscale ancora maggiore.

Nel panorama internazionale, l’Italia si colloca ai primi posti per pressione fiscale, dietro solo a Paesi come Francia e Danimarca. Tuttavia, il confronto deve essere analizzato con attenzione. In Paesi come la Danimarca, ad esempio, la pressione fiscale elevata è bilanciata da servizi pubblici molto efficienti, come sanità e istruzione gratuite o quasi. In Italia, invece, il rapporto tra tasse pagate e qualità dei servizi è spesso oggetto di critiche. Un altro elemento da considerare è l’evasione fiscale, che in Italia rappresenta un problema storico. Secondo le stime, ogni anno lo Stato perde oltre 100 miliardi di euro a causa di imposte non pagate.

Questo fenomeno non solo sottrae risorse fondamentali, ma aumenta anche il carico fiscale per chi paga regolarmente le tasse.

Le principali criticità del sistema fiscale italiano

Il sistema fiscale italiano presenta diverse criticità che contribuiscono a rendere la pressione fiscale particolarmente pesante:

  • Complessità normativa: il sistema tributario italiano è caratterizzato da una burocrazia complessa, con normative spesso poco chiare e in continua evoluzione. Questo crea difficoltà sia per i cittadini che per le imprese, aumentando i costi di gestione.
  • Aliquote elevate: le aliquote dell’IRPEF e dell’IRES sono tra le più alte in Europa, penalizzando soprattutto le fasce di reddito medio e le piccole e medie imprese, che costituiscono il tessuto economico principale del Paese.
  • Disparità territoriali: le differenze tra Nord e Sud si riflettono anche nel sistema fiscale. Le regioni meridionali, pur avendo una pressione fiscale nominale simile, spesso ricevono meno in termini di investimenti e servizi rispetto alle regioni settentrionali.
  • Tassazione sul lavoro: i contributi previdenziali e le imposte sul reddito da lavoro rappresentano una fetta significativa della pressione fiscale, rendendo il costo del lavoro particolarmente elevato per le imprese.

Ridurre la pressione fiscale è un obiettivo fondamentale per rilanciare l’economia italiana, ma richiede interventi strutturali e una visione di lungo periodo. Tra le possibili soluzioni:

  • Riforma del sistema tributario: semplificare le normative e ridurre il numero di tasse potrebbe aumentare la trasparenza e favorire il rispetto degli obblighi fiscali.
  • Riduzione delle aliquote: abbassare le aliquote per le fasce di reddito medio-basse potrebbe stimolare i consumi e ridurre la percezione di iniquità fiscale.
  • Contrasto all’evasione fiscale: rafforzare i controlli e promuovere l’utilizzo di strumenti digitali per i pagamenti potrebbe ridurre il fenomeno dell’evasione, aumentando le entrate senza dover alzare le tasse.
  • Investimenti in servizi pubblici: migliorare la qualità dei servizi forniti ai cittadini potrebbe aumentare la fiducia nel sistema e giustificare un carico fiscale più equo.

Il futuro della pressione fiscale in Italia

Le recenti manovre di bilancio e le discussioni politiche sembrano puntare verso una moderata riduzione della pressione fiscale, ma il percorso è ancora lungo.

Le risorse provenienti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) potrebbero rappresentare un’occasione unica per finanziare riforme strutturali e investimenti mirati, ma è necessario evitare sprechi e inefficienze. Possiamo dire che la pressione fiscale in Italia rimane un tema cruciale per il futuro economico del Paese. Un sistema fiscale più equo, semplice ed efficace potrebbe non solo alleviare il carico sui contribuenti, ma anche stimolare la crescita economica e ridurre le disuguaglianze. La sfida è complessa, ma imprescindibile per costruire un’Italia più competitiva e sostenibile.

In sintesi…

  • La pressione fiscale in Italia è tra le più alte in Europa, al 42,8% del PIL, con servizi pubblici percepiti come insufficienti.
  • Aliquote elevate, complessità normativa, disparità territoriali e alta tassazione sul lavoro.
  • Tra le soluzioni riforma fiscale, riduzione delle aliquote, lotta all’evasione e investimenti in servizi pubblici migliori.

Daniele Magliuolo

Redattore di InvestireOggi.it dal 2017 nella sezione News, si occupa di redazione articoli per il web sin dal 2010.
Tra le sue passioni si annoverano cinema, filosofia, musica, letteratura, fumetti e altro ancora. La scrittura è una di queste, e si dichiara felice di averla trasformata in un vero e proprio lavoro.
Nell'era degli algoritmi che archiviano il nostro sentire al fine di rinchiuderci in un enorme echo chamber, pone al centro di ogni suo articolo la riflessione umana, elemento distintivo che nessuna tecnologia, si spera, potrà mai replicare.

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