Questa settimana è stata di tensione per il mercato obbligazionario. Prima nell’attesa del dato sull’inflazione americana di novembre. Poi, la decisione della Federal Reserve sui tassi d’interesse. Infine, il board BCE con annesso annuncio di un nuovo rialzo dei tassi e fissazione dei criteri per il “quantitative tightening“. Il ripiegamento dei prezzi è stato evidente per il bond a 100 anni dell’Austria. Scadenza 30 giugno 2120 e cedola 0,85% (ISIN: AT0000A2HLC4), la scorsa settimana era arrivato ad una quotazione di 53,40 centesimi.
Ad ogni modo, dai minimi di ottobre a 40,33 centesimi, il bond a 100 anni ha registrato in poche settimane guadagni per un terzo, prima del -6,5% accusato nelle ultime sedute. Questo titolo offre al momento un rendimento intorno al 2%. Chi vuole acquistarlo, a fronte dei 1.000 euro di capitale nominale inserito in portafoglio dovrà spenderne appena la metà. Dunque, buona parte del guadagno si ha per effetto dello sconto sul valore nominale e, in teoria, lo si percepirà alla scadenza, cioè tra quasi un secolo.
Resta sempre l’opzione di rivendere il bond a 100 anni sul mercato secondario e realizzare le eventuali plusvalenze. Ma ci si esporrebbe alla volatilità dei prezzi. In ogni caso, il rendimento dettato dalla sola cedola è dell’1,70%. Infatti, su ogni 500 euro spesi per un titolo che sarà rimborsato 1.000 euro si ottiene una cedola annuale lorda di 8,50 euro.
Bond a 100 anni appetibili con tassi alti
I bond a 100 anni non sono un’invenzione recente, ma le loro emissioni sono aumentate negli ultimi anni grazie ai tassi di mercato bassissimi. Con la risalita di questi mesi, i prezzi sono precipitati. Essendo titoli molto lunghi, risultano assai sensibili alle variazioni del rendimento sottostante. Pensate che nel dicembre 2020, questo titolo arrivò a scambiare a circa 139. Se dovesse mai tornare a quei livelli, il guadagno sarebbe nell’ordine di quasi il 180% dai valori attuali.
Difficile, tuttavia, che ciò possa avvenire in un orizzonte temporale breve o medio. Più probabile, invece, che i prezzi risalgano man mano che la stretta monetaria della BCE andrà a concludersi. Ma oggi come oggi un ritorno anche solo alla pari sembra remoto. Francamente, risulta bassissimo ancora il rendimento vigente in questa fase per un bond a 100 anni. E c’è da aggiungere che nelle fasi di appetito per il rischio, il mercato tende ad allontanarsi dai “safe asset” come lo sono i titoli di stato austriaci.
D’altra parte, il bond a 100 anni è un buon investimento sul piano speculativo. Sembra che i minimi siano stati toccati, tant’è che c’è stato il rimbalzo sopra spiegato. Nei prossimi anni, la risalita dei prezzi dovrebbe proseguire e ciò sarebbe un toccasana per il portafoglio obbligazionario. Quando i tassi sono alti, il tratto lungo della curva si rivela appetibile.