A rischio anche il lusso made in Italy
Il lusso made in Italy dovrebbe subire anch’esso un contraccolpo dal super-euro, ma oltre agli USA, bisogna tenere in considerazione qui il peso crescente dei mercati di sbocco asiatici, come Cina, Russia e Giappone. Considerando che lo yuan risulti negli ultimi tempi debole di suo (-6,7% contro il dollaro nel 2016) e che lo stesso yen si stia deprezzando contro la moneta unica, ci sarebbero pochi margini per sperare sui cambi, anche se la scarsa elasticità dei relativi prodotti ai prezzi (a loro volta influenzati dal cambio) potrebbe sostenerne i corsi, se la domanda continuasse a crescere in questa parte del pianeta attratta dal bello italiano.
Riassumendo: con il tendenziale rafforzamento dell’euro, bisognerebbe puntare sulle società più concentrate sul mercato domestico o dell’Eurozona, mentre si dovrebbero sotto-pesare i titoli delle società esportatrici nelle Americhe, in Asia e persino in realtà europee, come il Regno Unito, dove la sterlina resta in calo del 6% quest’anno e di quasi il 16% rispetto al periodo precedente al referendum sulla Brexit.