Draghi resta colomba a settembre?
Alla fine di agosto, al simposio di Jackson Hole, negli USA, il governatore italiano dovrebbe preparare i mercati a un cambio di linguaggio, ma alla luce degli eventi estivi sul fronte dei cambi, potrebbe decidere di mostrarsi meno “hawkish” delle attese. D’altra parte, il miglioramento delle condizioni economiche dell’area ha spinto gli analisti a scontare con maggiore probabilità che il “tapering” venga annunciato a settembre. In realtà, l’unico obiettivo della BCE consiste formalmente nello stabilizzare i prezzi attorno a una crescita tendenziale di poco inferiore al 2% e l’ultimo dato di luglio ha visto il dato rimanere all’1,3%, ben al di sotto del picco del 2% toccato a febbraio e quasi replicato in aprile all’1,9%, risentendo di quotazioni del petrolio sostanzialmente immobili nei pressi dei 50 dollari.
Per questo, Draghi continuerà a mostrarsi abbastanza “colomba” ancora a settembre, confidando nella relativa tolleranze degli elettori tedeschi, che votano tra meno di un mese e mezzo per rinnovare il Bundestag, ma che non paiano volere più assegnare così importanza ai toni anti-BCE dei connazionali euro-scettici. Sarà per questo che i rendimenti sovrani nell’unione monetaria hanno smesso di salire da un mese a questa parte, con quelli decennali dei Bund a ripiegare di quasi 20 punti base allo 0,43% e di quasi 30 bp a poco sopra il 2% per i nostri BTp. I mercati non comprano una svolta monetaria così immediata. (Leggi anche: Eurozona, crescita pil accelera ancora: che farà BCE?)