Il decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023, ossia quello che ha sancito lo stop dell’opzione di cessione del credito e sconto in fattura, prosegue il suo iter di conversione. Nella giornata di ieri è arrivato il via libera dalla Camera con 185 voti favorevoli e 121 contrari.
Ora il testo passa al Senato. Le previsioni sono che il provvedimento diventi legge entro il 17 aprile prossimo.
Diverse le novità rispetto al testo che fu licenziato dal Governo. Il parlamento sta aggiuntando il tiro su molte cose.
Altra novità importante che arriva da Montecitorio, è la possibilità di godere del superbonus in 10 rate annuali di pari importo.
La detrazione fiscale è in 5 o 4 quote annuali
Il superbonus, quando è stato introdotto, è stato concepito, al pari degli altri bonus edilizi, come una detrazione fiscale da ripartire in più quote annuali di pari importo. In dettaglio:
- 5 quote annuali, per spese fatte entro il 31 dicembre 2021;
- 4 quote annuali, per spese sostenute dal 2022.
Fu prevista la possibilità di optare in luogo della detrazione, per lo sconto in fattura o cessione del credito. Poi sappiamo tutti come è andata a finire, fino al decreto-legge n. 11 del 16 febbraio 2023 che ha messo la parola fine a questa possibilità. Anche se con delle deroghe.
Ad esempio, sono ancora ammessi sconto o cessione se la CILAS (titolo abilitativo ai lavori da superbonus) risulta presentata entro il 16 febbraio 2023.
Un superbonus a 10 anni
Il testo della legge di conversione del menzionato decreto, come modificato ed integrato dalla Camera, prevede adesso la possibilità, per le spese sostenute dal 1° gennaio al 31 dicembre 2022, di optare per un superbonus a 10 anni.
Quindi, la possibilità per il contribuente di scegliere di godere del beneficio fiscale in 10 quote annuali di pari importo, invece, che 4 rate.
Si tratta di una facoltà e non di una regola ordinaria.
La norma stabilisce anche che è esercitabile solo a condizione che la rata di detrazione relativa al periodo d’imposta 2022 non sia indicata nella relativa dichiarazione dei redditi.
Un aiuto per gli incapienti con il superbonus a 10 anni
La chance di poter godere del superbonus a 10 anni rappresenterebbe una manna dal cielo per i contribuenti c.d. incapienti. Ossia coloro che, avendo redditi bassi non avrebbero IRPEF lorda su cui poter far valere le detrazioni fiscali.
Spalmando il recupero in più anni, invece, si aumenterebbero le possibilità di non perdere lo sgravio fiscale per sempre. Insomma, qualche quota, in 10 anni, sempre si riuscirebbe a recuperare.
Ribadiamo che il testo del decreto n. 11 del 2023, in conversione in legge, deve ancora passare l’esame del Senato. Ma le previsioni non dovrebbero stravolgere le cose come indicate dalla Camera. Quindi, quanto abbiamo qui esposto dovrà trovare, comunque, conferma anche al voto di Palazzo Madama.