Per svolgere la mia attività di consulente alimentare ho dovuto aprire la partita iva e nel modello di comunicazione di inizio attività come luogo di esercizio della stessa ho indicato l’immobile presso il quale vivo con la mia compagna. L’immobile a breve sarà oggetto di lavori agevolabili con il superbonus 110%. Il fatto che ho indicato l’immobile come luogo della mia attività potrebbe configurare un utilizzo promiscuo dello stesso? Quale potrebbe essere una soluzione?
L’utilizzo promiscuo dell’immobile e il superbonus 110%
L’Agenzia delle entrate ha più volte ribadito (risposte ad interpello n. 570/2020, 65/2021 e 198/2021) che, trova applicazione anche per il superbonus 110%, ex art.119 del d.
Stante la sostanziale simmetria tra le agevolazioni spettanti per interventi di riqualificazione energetica e di recupero del patrimonio edilizio (ivi inclusi gli interventi antisismici), la stessa limitazione opera qualora siano realizzati interventi di riqualificazione energetica ammessi al Superbonus.
Interventi su immobili residenziali adibiti promiscuamente all’esercizio dell’arte o della professione, ovvero all’esercizio dell’attività commerciale. Si pensi al caso di un consulente informatico che abita in un immobile nel quale una stanza è destinata allo svolgimento della propria attività.
Le stesse limitazioni valgono anche laddove a sostenere la spesa sia l’altro coniuge convivente del titolare di partita iva.
In sintesi, per gli immobili ad uso promiscuo, il superbonus 110%, ex art.119 del d.L. 34/2020, spetta sulla metà della spesa sostenuta. Può essere considerato ad uso promiscuo l’immobile utilizzato sia per abitazione sia come ufficio del professionista o sede dell’attività commerciale abituale od occasionale.
Ciò vale anche laddove nell’immobile non sia presente alcun ufficio sede dell’impresa/professionista, laddove come luogo di esercizio dell’attività, nel modello di comunicazione di inizio attività, è stato indicato l’oggetto dei lavori.
L’utilizzo promiscuo dell’immobile e il superbonus 110%: come rimediare?
Fatta tale doverosa ricostruzione veniamo al quesito su esposto.
Un possibile soluzione sarebbe quale di prendere una stanza in affitto o in comodato. In tal modo, registrando il contratto presso l’Agenzia delle entrate, potrà successivamente comunicare, sempre a quest’ultima, la variazione dei dati relativi al luogo di svolgimento dell’attività. Per la variazione dei dati va sempre utilizzato il modello AA9-12; lo stesso modello presentato per l’apertura della partita iva.
Se la sua (riferita al lettore) fosse stata attività d’impresa avrebbe dovuto comunicare la variazione anche al Registro delle imprese tramite la “Comunicazione Unica”.